L’ingegnere Vincenzo Palizzolo non è più capo di Gabinetto dell’assessorato regionale al Territorio e ambiente.

“Ho preso atto – dice l’assessore Toto Cordaro – delle dimissioni e lo ringrazio per il lavoro fin qui svolto. La sua decisione trova fondamento in ragioni di opportunità, avendo egli ricevuto un avviso di garanzia relativo a fatti per i quali mi ha dichiarato essere del tutto estraneo. In conseguenza di ciò, di concerto con il presidente della Regione Nello Musumeci, ho deciso di azzerare l’Ufficio di diretta collaborazione, che sarà, comunque, ricostituito nel più breve tempo possibile per non creare nocumento alle tante iniziative in corso”.

Palizzolo è stato nominato nell’ambito della così detta vicenda Arata per le presunte mazzette all’assessorato regionale all’energia che ha portato in carcere il faccendiere Francesco Paolo Arata, il re dell’eolicio Vito Nicastri ed i figli dei due. Di recente ai domiciliari sono finiti un altro funzionario regionale ed un imprenditore lombardo

Nell’inchiesta erano già indagati anche Salvatore Pampalone dirigente regionale della Commissione Valutazione Impatto Ambientale, il presidente della Commissione Alberto Fonte e proprio Vincenzo Palizzolo, capo di Gabinetto dell’assessorato regionale al Territorio.

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I tre funzionari rispondono di abuso d’ufficio. Avrebbero fornito informazioni sullo stato della pratica degli Arata e di Nicastri, socio occulto del professore, pendente in assessorato, suggerendo le scorciatoie per evitare le lungaggini del provvedimento burocratico della Valutazione di Impatto Ambientale.

I tre nomi erano emersi nella medesima giornata dell’arreso di Arata che corrispondeva anche con il secondo arresto di Nicastri già imputato in altra vicenda ma sempre legata agli affari nell’eolio apparentemente leciti ma che secondo l’accusa erano condotti anche con il supporto e nell’interesse di Cosa Nostra trapanese

Arata era finito in carcere proprio per gli affari con Vito Nicastri, il “re” dell’eolico ritenuto uomo vicino all’entourage del super latitante Matteo Messina Denaro ormai ritenuto una vera e propria primula rossa.

 

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