Sì alla nascita di un nuovo Centrodestra ma non può esserci dentro la Lega. E’ una apertura del tutto nuova quella del leader di ciò che resta di Ncd Angelino Alfano. Rimasto quasi solo nel suo partito alleato del pd Alfano si dice possibilista dando una accelerata ad un percorso di rientro avviato qualche settimana fa timidamente ma ora in accelerata per effetto dell’addio di Renato Schifani e di molti senatori e del fatto che il ministro dell’Interno comincia a non sentirsi più molto protetto nella casa allargata di Renzi dove fino adora ha trovato rifugio.
Alfano si riavvvicina, dunque, a Berlusconi ma non soltanto ma lo fa dettando condizioni indirette. fallito ( o quasi) il tentativo della santa alleanza di tutti contro i grillini, una sorta di compromesso storico per fermare l’avanzata del Movimento 5 stelle, l’alternativa comincia a mancare.
Ma è proprio quel Gianfranco Micciché con il quale aveva avviato il percorso di riavvicinamento, stavolta, a stoppparlo e a dettare le regole di Forza Italia che vuole tornare a essere fulcro del Nuovo centrodestra.
“Se Alfano parla di coinvolgere Forza Italia in un’area moderata antitetica alla sinistra, sfonda una porta aperta. Se però quella stessa porta lui continua a chiuderla in faccia a Salvini, rischia di rimanere con le dita schiacciate, perché il centrodestra non può e non vuole fare a meno della Lega – dice il commissario di Forza Italia in Sicilia -. Con loro abbiamo sempre governato e bene anche, perché nei momenti che contano hanno sempre mostrato l’intelligenza di mettere da parte l’apparente estremismo degli enunciati di bandiera e di pensare al bene del Paese. Cominciamo da qui, dal bene del Paese e, dico al siciliano Alfano, dal bene della Sicilia. Riuniamo il centrodestra per mandare a casa il Pd di Renzi e Crocetta e contrastare la deriva demagogica dei 5 Stelle. Del resto, siamo gente di misura e abbiamo sempre trovato la misura delle cose. Est modus in rebus”.
Ma il Centrodestra ha un altro problema da affrontare che si chiama Nello Musumeci. problema perché la fuga in avanti di Musumeci con il movimento ‘diventerà Bellissima’ rischia di avere nel centrodestra lo stesso impatto della fuga in avanti di Ferrandelli a Palermo nel Pd.
Da mesi ormai le’ex candidato alla presidenza della Regione sconfitto da Crocetta all’ultima tornata dice di volersi prendere la rivincita ma Micciché e compagni hanno detto chiaramente che Musumeci è una risorsa ma non può candidarsi e aspettare che gli altri confluiscano su di lui.
Insomma mentre si gioca a scacchi per ricostruire un equilibrio di coalizione, chi va avanti rischia di spaccarla la coalizione che si spera di realizzare.
Ma dal suo punto di vista le cose stanno esattamente al contrario: se si continua a litigare invece di fare si perde certamente. Così Musumeci e compagni si giocano le loro carte. La rivincita è un diritto dello sconfitto in qualsiasi competizione.
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