Nel vertice di maggioranza che avrebbe proposto a Renato Schifani una riflessione sulla sua possibile leadership di Forza Italia (una risposta indiretta all’intervista a BlogSicilia di Gianfranco Miccichè che lo lancia come leader del nuovo centro?), si è parlato, e non marginalmente, anche della questione nomine del manager della sanità in Sicilia.
Non una questione banale, e si è capito. Attualmente, il nuovo Piano del governo Schifani in materia di sanità, è ancora in gestazione negli uffici dell’assessorato alla Salute dopo il via libera all’altro Piano, quello sull’abbattimento delle liste d’attesa battezzato giorni fa dal direttore della Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino. Schifani nel vertice di ieri ha chiesto un’accelerazione sulle nomine, e questo perché qualcuno, governatore in primis, teme tempi di attesa lunghi e troppi dubbi.
Tempi lunghi?
I tempi rischiano di essere lungi, come si legge sul Giornale di Sicilia. Non si parla solo delle nomine dei manager, ma anche di quello che sarà il nuovo piano sanitario della Regione.
Ci sarà un tavolo tecnico multidisciplinare di 12 componenti – destinatario della missiva – istituito ad hoc e convocato per la riunione di insediamento il 7 settembre. L’idea di base, spiega Iacolino, è di “rivedere il modello gestionale dei nosocomi dell’Isola, per ridurre gli sprechi e potenziare la disponibilità di uomini e mezzi – come previsto dall’agenda Schifani «e, di conseguenza, aumentare qualità e quantità dell’offerta sanitaria attraverso soluzioni innovative integrate, come più volte auspicato dal ministero dell’Interno per tutte le regioni”.
I “duplicati”
Un esempio? La strada maestra è quella di “eliminare i “duplicati”, ossia i reparti identici in due ospedali diversi, distanti pochi chilometri l’uno dall’altro: che senso ha, infatti», si chiede Iacolino, “con la carenza di medici che abbiamo in Sicilia tenere aperti, ad esempio, due unità di Ortopedia nelle strutture sanitarie di due comuni limitrofi”». In questo caso, la soluzione sarebbe quella di chiudere il reparto del paese o del nosocomio più piccolo, spostando e concentrando le risorse nell’altro, “oppure verso altre discipline, quelle meno presenti sul territorio, come Neuroradiologia o la Neurologia d’urgenza e altre Uoc ad alta specializzazione, tenendo conto della mobilità sanitaria passiva”.
La rete ospedaliera
Il Piano di revisione coinvolgerà anche la rete ospedaliera privata e le Case di cura, tanto che l’assessorato alla Salute ha già chiesto all’Aiop Sicilia di designare un suo rappresentate da inserire nel tavolo tecnico, coordinato dallo stesso Iacolino e al momento formato da atri tre dirigenti regionali, tra i quali il direttore del Dasoe Salvatore Requirez; da Benedetto Trobia, cooperatore istituzionale dell’assessorato; Maria Grazia Furnari, direttore sanitario dell’Asp di Trapani; Antonio Lazzara e Giuseppe Giammanco, rispettivamente direttori sanitari del Policlinico e del Garibaldi di Catania; Salvatore Amico, responsabile del Pronto soccorso del Sant’Elia di Caltanissetta, nonché tre esperti in materia: Rossella Musolino, Antonello Seminerio, Vito Martorana.
E dai privati, per voce della presidente nazionale di Aiop, Barbara Cittadini, e del numero uno di Aiop Sicilia, Carmelo Tropea, arriva già «l’impegno di sedersi al tavolo, mettendo a disposizione la nostra professionalità ed esperienza, nella convinzione che solo il contributo congiunto e la virtuosa sinergia tra le componenti del Servizio sanitario regionale determinino il vero miglioramento delle prestazioni. Con l’istituzione del tavolo tecnico, la Regione Siciliana avvia un fondamentale percorso di rimodulazione della rete ospedaliera, nella sua duplice componente di diritto pubblico e di diritto privato. Le liste d’attesa, le criticità dei Pronto soccorso, la gestione dell’emergenza-urgenza sono tra i problemi più urgenti da risolvere, che il governo sta affrontando con metodo e determinazione.
I sindacati
“Apprezziamo la disponibilità al confronto emersa oggi durante l’incontro presso l’assessorato regionale alla sanità. Nel merito, ci sono però tante criticità nella proposta del governo che vanno affrontate e il nostro auspicio è che oggi sia l’avvio di un percorso che porti a soluzioni concrete e condivise nell’interesse dei siciliani e del loro diritto alla salute”: lo dicono il segretario regionale confederale Francesco Lucchesi e la segretaria regionale Spi Concetta Raia, dopo l’incontro con l’assessore regionale alla Salute.
Tra le “criticità” i due esponenti sindacali segnalano “la decisione di destinare in parti uguali le risorse per l’abbattimento delle liste al settore pubblico e a quello privato , cosa che- per la Cgil- rischia di penalizzare ulteriormente il servizio sanitario pubblico”. Inoltre “la mancata elaborazione di un piano strutturale per l’abbattimento a regime delle liste d’attesa, con la previsione anche dell’implementazione degli organici del personale del sistema sanitario pubblico”. Cgil e Spi aggiungono che “sarebbe bene chiarire come si intende procedere sulla mobilità extradistrettuale, specie per i soggetti anziani”.
Diciannove trapianti eseguiti in Sicilia in 7 giorni
In una settimana, sono stati eseguiti 19 trapianti di organi che hanno riacceso la speranza per tanti pazienti in lista d’attesa. All’ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento è stato prelevato un fegato da donatore deceduto per ischemia cerebrale massiva. Al Policlinico di Messina ad un paziente deceduto per emorragia cerebrale sono stati prelevati: reni, cuore, fegato e polmoni. All’ospedale San Marco di Catania sono stati prelevati da un donatore deceduto per ictus ischemico: reni e fegato.
Altre due donazioni sono avvenute all’Arnas Civico di Palermo. Al primo paziente, deceduto per ictus ischemico, sono stati prelevati: reni, fegato, polmone, cuore e cornee. Al secondo paziente, morto per emorragia cerebrale, sono stati prelevati: cuore, fegato e cornee. Giorni eccezionali anche per altri tre pazienti siciliani, salvati grazie alle offerte arrivate da fuori Regione dagli ospedali di Napoli, Cosenza e Nuoro.
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