“E’ un peccato che la sinistra abbia scelto di anteporre la polemica politica all’obiettivo, che dovrebbe essere per tutti prioritario, dello sviluppo infrastrutturale del Paese. L’Italia è stata paralizzata per anni dai troppi ‘no’ ideologici alle opere strategiche, ora voltiamo pagina. E non sarà certo qualche passerella di politici faziosi a fermarci: noi realizzeremo il Ponte di Messina“.

Così il governatore della Sicilia Renato Schifani, commentando le dichiarazioni della segretaria Pd Schlein nel corso di una manifestazione a Messina.

“Il Fondo di sviluppo e coesione – prosegue – è finalizzato agli investimenti, e quale investimento migliore di un’opera come il Ponte? Ma ci sentiamo di tranquillizzare tutti: certamente questo non distrarrà la Regione dal potenziare le altre infrastrutture siciliane, come d’altra parte stiamo facendo”.

Salini (Webuild): “Opera cruciale”

“Il Ponte sullo Stretto di Messina è un’opera cruciale per lo sviluppo del Sud Italia, l’occupazione, la creazione di know-how e l’attrazione di giovani talenti. Siamo pronti a partire con un progetto unico dal punto di vista ingegneristico, assicurando i massimi livelli di trasparenza e legalità, come in tutti i nostri cantieri, e creando occupazione di qualità soprattutto per i giovani”. È quanto dichiarato da Pietro Salini, Amministratore Delegato Webuild, nel corso della sua intervista a Re Start, in onda oggi su Rai 3.

Salini ha poi ricordato che i test per il Ponte sullo Stretto sono stati effettuati da principali esperti a livello mondiale e che il progetto è stato approvato all’unanimità dal Comitato Tecnico Scientifico. “Le grandi opere sono spesso al centro del dibattito in fase di costruzione, come fu in passato per l’Autostrada del Sole e per l’alta velocità ferroviaria, di cui oggi non potremmo fare a meno”.

Occupazione per i giovani e più lavoro

Salini ha sottolineato l’importanza del settore per dare lavoro e futuro ai giovani, in particolare nel Sud Italia, dove la disoccupazione giovanile arriva a livelli tra i più alti in Europa. “Webuild è attiva in Italia con 31 progetti, di cui 19 progetti nel Sud. In Italia siamo quasi 17.000 persone e prevediamo di assumerne altre 10.000, l’88% al Sud, entro il 2026, risorse con competenze specialistiche che non troviamo sul mercato e che stiamo assumendo e formando.

Abbiamo avviato Cantiere Lavoro Italia con scuole di formazione per garantire competitività del settore e stimiamo di formare 1.300-1.400 persone all’anno. Vogliamo far ripartire il Sud, area del Paese che è stata lasciata indietro per anni, ma che sta vedendo ora una nuova fase di investimenti in infrastrutture e occupazione senza precedenti. Stiamo localizzando anche alcune produzioni al Sud. In Sicilia, abbiamo già aperto la prima fabbrica automatizzata per la produzione dei conci che andranno a rivestire i tunnel dell’alta capacità, e ne stiamo per aprire una seconda ad Enna. Investire nel Sud in tecnologia, innovazione e competenze deve essere l’obiettivo del Paese per non continuare a perdere risorse preziose”.

“Dal Sud devono partire investimenti anche nel settore acqua, che rischia di nuovo di non arrivare nelle case e nelle industrie per la siccità. C’è un potenziale enorme per il settore. In media nell’ultimo quinquennio, il settore idrico italiano ha investito 59 euro per abitante, 23 euro in meno della media dell’Unione Europea e del Regno Unito messi insieme, e il PNRR dedica solo il 4% dei fondi al settore acqua.

L’Italia ha infrastrutture idriche obsolete con perdite idriche di oltre il 40% in fase di distribuzione. È il quarto peggior Paese in Unione Europea: il 60% della rete ha più di 30 anni e il 25% ha più di 50 anni. Inoltre, solo il 4% delle acque reflue è destinato al riuso in agricoltura”.

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