Tensione e confronto tra Fratelli d’Italia e Renato Schifani, con i vertici del partito in Sicilia che hanno chiamato il presidente della Regione per difendere l’assessore ai Beni Culturali Francesco Scarpinato, dopo il caso decreto sugli aumenti dei biglietti in musei e siti archeologici. Decreto bloccato per la seconda volta da Schifani, il che ha creato frizioni fra gli alleati proprio a fine anno.
Cosa è successo
Schifani ha chiesto e ottenuto da Scarpinato di dimezzare gli aumenti del 30% che un decreto di pochi giorni fa prevedeva fin dal primo gennaio e che, ovviamente, non ha fatto piacere a molti. Il presidente ha tutelato così la posizione dei tour operator che avevano già acquistato ingenti pacchetti di ticket ai vecchi e più economici prezzi. Scarpinato si è difeso spiegando che i biglietti in Sicilia non aumentavano da 12 anni e che questo potrebbe esporre la Regione al giudizio della Corte dei Conti.
Schifani, però, non ha voluto sentire ragioni e ha convinto l’assessore a emanare un nuovo decreto che rettifica quello della vigilia di Natale, come già successo ad ottobre e sempre per lo stesso motivo.
La reazione di Fratelli d’Italia
Tutto questo non è piaciuto ai compagni di partito di Scarpinato, con il coordinatore di Fratelli d’Italia, Giampiero Cannella, che ha discusso col presidente ieri mattina. L’obiettivo della conversazione era difendere l’assessore senza provocare strappi fra il partito e il presidente. Schifani ha provato a chiudere il caso: “Con Scarpinato c’è un rapporto solido, basato sul confronto. Andiamo avanti”. Qualche tensione, però, rimane.
Il precedente
A sua volta Schifani in autunno non era stato informato della volontà dell’assessore di aumentare i ticket di ingresso e aveva accolto le proteste dei tour operator che lamentavano il fatto di aver acquistato con molto anticipo pacchetti di biglietti e che le nuove tariffe provocherebbero un esborso maggiore di quello pianificato e a volte già venduto ai turisti.
Per questo motivo Schifani, in una apposita riunione della giunta aveva suggerito all’assessore di introdurre una moratoria per tutti i biglietti del 2024 acquistati durante il 2023. In più il presidente avrebbe gradito che gli aumenti scattassero solo dalla primavera. Scarpinato invece ha optato per introdurre la moratoria a vantaggio dei tour operator ma non ha accettato di rinviare l’entrata in vigore degli aumenti. Che, tra l’altro, nel secondo decreto sono rimasti gli stessi previsti due mesi fa.
Infine, anche per quanto riguarda il secondo decreto, Scarpinato non ha preventivamente informato Schifani. Da qui il corto circuito istituzionale.
Le polemiche con Scarpinato
Scarpinato nel corso dell’ultimo anno è finito più volte al centro di polemiche. A inizio 2023 Schifani gli ha tolto la delega di assessore al Turismo dopo l’indagine della magistratura sul maxi finanziamento concesso alla società lussemburghese Absolute Blue per una mostra a Cannes. Trasferito ai Beni Culturali, Scarpinato in estate è finito di nuovo in rotta di collisione con Schifani per aver «sponsorizzato» alcune posizioni di Cateno De Luca sull’uso del teatro di Taormina contrarie al governo. Infine fra l’autunno e questi giorni ci sono stati i due decreti sui ticket in musei e siti e le altrettante rettifiche imposte dal presidente all’assessore indicato dalla corrente di Fratelli d’Italia che fa capo a Manlio Messina.
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