Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, tenuto conto che, all’esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Tortorici (ME), a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267), affidandone la gestione a una Commissione straordinaria per un periodo di diciotto mesi. Lo rende noto il comunicato del consiglio dei ministri.

Inoltre, in considerazione della necessità di completare l’azione di ripristino dei principi di legalità all’interno dell’amministrazione comunale, il Consiglio dei ministri ha deliberato la proroga, per sei mesi, dello scioglimento del Consiglio comunale di Torretta (PA), già sciolto per condizionamenti da parte della criminalità organizzata.

Lo scioglimento di Torretta risale all’estate dello scorso anno “Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Matteo Salvini, – si leggeva nel comunicato del 6 agosto 2019 – tenuto conto che, all’esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Torretta (Pa), affidandone la gestione a una Commissione straordinaria per un periodo di diciotto mesi”.

Venti giorni prima era scattata una importante operazione antimafia. Tra i 19 arrestati nel blitz del 17 luglio 2019 tra Sicilia e Usa coordinato dalla Dda di Palermo, che ha svelato l’asse tra clan palermitani e americani, c’era anche un sindaco. Si tratta proprio di Salvatore Gambino, primo cittadino di Torretta,  paese della provincia di Palermo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Nell’operazione, che ha portato in cella 19 persone, erano tornate in auge le vecchie storie di Cosa nostra come la fuga negli Usa del clan Inzerillo, sterminato dal boss Totò Riina nella guerra di mafia degli anni ’80 e costretto all’esilio. Parlando con un altro mafioso residente in America, Tommaso Inzerillo, esponente della storica famiglia, nuovamente arrestato, ricordava la fuga negli Usa. Fuga da cui poi derivò il soprannome di “scappati”.

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