Scioperano anche i benzinai dell’Isola contro il decreto fiscale collegato alla Manovra finanziaria del governo. Dalle 6 di mercoledì 6 novembre alle 6 di venerdì 8 incroceranno le braccia i distributori di strade, autostrade.

Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio sono le associazioni che hanno promosso la serrata nazionale contro le scelte del governo ritenuto responsabile di affidare alla categoria dei gestori delle pompe di benzina “adempimenti inutili e cervellotici” oltre che un carico fiscale eccessivo. Fatturazione elettronica, registratori di cassa telematici, rimodulazione dell’Indice Sintetico di Affidabilità, introduzione di Documenti di Trasporto (Das) e modalità di Registrazione giornaliera in formato elettronico sono al centro della protesta.

Lo sciopero è giustificato anche dal “comportamento dei retisti – spiega al Giornale di Sicilia Francesca Costa, presidente Faib Confesercenti Sicilia – i soggetti divenuti titolari degli impianti un tempo in mano alle multinazionali: spesso non rispettano gli accordi economici nazionali vigenti, a tutto discapito dei gestori delle stazioni, che si ritrovano così con margini di guadagno troppo esigui”.

Secondo l’associazione di categoria si tratta di un problema diffuso in tutta la Penisola ma che in Sicilia tocca i massimi livelli perché oltre il 90% dei distributori è oggi detenuto da concessionari privati. Come se non bastasse, ricorda ancora Costa, “va aggiunto un fenomeno che sta penalizzando tutto il settore: la vendita in nero del carburante, senza Iva e accise, che se in Italia costituisce il 10% del prodotto erogato legalmente, con conseguente perdita di gettito erariale valutabile in un importo di circa 4 miliardi di euro l’anno, in Sicilia arriva al 30% del totale, costituendo un vero e proprio mercato parallelo. Dal 6 all’8 novembre sciopereremo anche per questo”.

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