Semplificare e sburocratizzare le procedure amministrative, eliminare il limite delle 20 attività per la costituzione dei Centri commerciali naturali e per il loro accreditamento (optando per un limite percentuale più rispettoso delle specificità dei territori); impegnare le risorse pubbliche disponibili con bandi a sportello, di più facile gestione; e incentivare l’apertura o il recupero di attività commerciali nelle aree urbane e nei centri storici puntando sulla la fiscalità di vantaggio, sull’abbattimento dei tributi locali e/o impegnando come qualche comune lodevolmente sta facendo, risorse del proprio bilancio.

Sono alcune delle idee contenute nella comunicazione di Michele Sorbera, direttore regionale di Confesercenti Sicilia, chiamato a tracciare il quadro sullo stato di fatto dell’avvio dei Centri commerciali naturali alla VI Confeserenza regionale sul commercio. “Di centri commerciali – ha spiegato il direttore regionale Michele Sorbera nella comunicazione tenuta questa mattina – si è iniziato a parlare già nel 1998 con la riforma Bersani e si è andati avanti con vari altri passaggi normativi che hanno finito per complicare troppo il processo. Risultato: la riforma non è mai decollata davvero e la grande distribuzione ha finito per avere campo libero”.

Nel pomeriggio, l’intervento del vicepresidente nazionale e presidente regionale, Vittorio Messina. “Serve – ha detto Messina – predisporre misure atte a promuovere e sostenere l’innovazione nel settore del commercio al dettaglio e agevolare un complessivo riposizionamento strutturale che accresca la competitività delle imprese che operano in tale settore. La crisi dei centri commerciali extraurbani di prima generazione – ha continuato – incoraggia il rilancio delle strutture tradizionali di piccola e media dimensione nei centri storici e nei quartieri. Strutture che possono avere una funzione di traino di ulteriori attività commerciali. In questo senso occorre mettere i piccoli negozi nelle condizioni di potere affrontare la sfida dei mega centri commerciali e del fenomeno dell’e-commerce”.

“C’è l’esigenza di cambiare prospettiva – ha concluso Messina – è possibile rendere i centri urbani, dove insistono i tradizionali negozi di vicinato, luoghi di attrazione mettendo le nuove tecnologie al servizio di una rigenerazione sociale, culturale e commerciale che contribuisca alla riqualificazione dei centri urbani. In questa direzione non solo la Regione Siciliana ma anche le amministrazioni locali devono fare la loro parte con incentivi che consentano di abbassare i tributi e misure appropriate per velocizzare gli aspetti burocratici”.