I primi a lanciare l’allarme sono stati i 5 stelle: c’è il rischio che i fondi regionali per gli aiuti alimentari siano disponibili quando ormai l’emergenza sarà finita. “I Soldi ai Comuni per i buoni spesa? Procedure complicatissime e assurde, un cappio al collo per i sindaci: rischiano di non farcela” ha affermato il capogruppo del M5S all’Ars, Giorgio Pasqua, cui, in queste ore, stano arrivando le rimostranze le perplessità di tanti sindaci, preoccupatissimi per le procedure “assurde, lunghissime e farraginose”, cui devono attenersi per ricevere le somme annunciate dalla Regione.
“I primi cittadini – afferma Pasqua – in tempi strettissimi e con personale che spesso non hanno nemmeno a disposizione devono mettere in piedi procedure complicatissime che sono giustificabili per i grandi progetti infrastrutturali con le consuete procedure richieste dai bandi europei, non certo in emergenza, con l’acqua alla gola e con i cittadini dietro la porta, i quali, giustamente, chiedono aiuti immediati per poter mettere qualcosa a tavola per le proprie famiglie”.
“E oltre al danno – conclude Pasqua – la beffa potrebbe essere dietro l’angolo. Questi complicati meccanismi rischiano di diventare un cappio al collo per i sindaci, che per errori, determinati dalle procedure complesse e dalla fretta, in futuro potrebbero essere chiamati a restituire i soldi, creando buchi di bilancio”.
“È giusto inoltre – aggiunge il deputato Luigi Sunseri – precisare che ad oggi non un solo centesimo è arrivato nelle casse dei Comuni. Solo ieri, giorno 4 sera, sono stati decretati i primi 30 milioni (meno del 30% dell’importo previsto). I restanti 70 restano ancora un dilemma. Ad oggi le uniche somme disponibili nelle casse dei Comuni siciliani sono quelle dello Stato. I siciliani che in questi giorni stanno ricevendo i buoni spesa sappiano che è grazie alle somme stanziate prontamente da Roma e non a quelle annunciate dal presidente della Regione in pompa magna 9 giorni fa”.
Ma dopo appena mezza giornata, peraltro di domenica, l’allarme viene confermato anche dai sindaci. Dopo l’emanazione del decreto del Dipartimento Famiglia (DDG.304), avvenuta questa mattina, l’ANCI Sicilia ha convocato d’urgenza, per oggi pomeriggio alle 17 in video conferenza, il Consiglio regionale dell’Associazione dei comuni siciliani. Il motivo è descritto nella stessa convocazione effettuata ” in ordine all’esigenza di sollecitare e velocizzare le procedure e l’erogazione dei contributi”.
L’ANCI Sicilia, evidenzia che già in seguito alla pubblicazione della delibera della Giunta Regionale n. 124 del 28 marzo 2020, quella che distribuiva i primi 30 milioni ai comuni, attraverso alcune proposte e richieste, nei giorni scorsi i sindaci avevano sottolineato la necessità di accelerare l’erogazione delle somme e consentirne l’utilizzo ai comuni in modo chiaro, semplificato, efficace, rapido e adeguato all’emergenza in atto.
Gli aiuti promessi dalla Regione ammontano a 100 milioni. I primi ad arrivare sono 30 milioni di euro prelevati dal Fondo Sociale Europeo destinato alla Sicilia. Soldi comunitari che vengono riprogrammati. Gli altri 70 milioni saranno, invece, fondi Poc sempre nella disponibilità della Sicilia per i quali è in corso una interlocuzione con lo stato per stabilire le procedure di riprogrammazione e utilizzo.
Ma la polemica è strisciante e ne emerge solo una piccola parte con dichiarazioni ufficiali e anche l’Ance è prudente nella sua polemica e sottolinea le proposte avanzate ovvero: “Autorizzare l’utilizzo delle risorse all’interno del quadro giuridico previsto dall’ordinanza 658 PC, quindi in deroga al codice dei contratti pubblici ed, in particolare, autorizzare la possibilità che anche le risorse regionali possano essere impiegate attraverso variazioni di bilancio adottate con delibera di giunta in regime di esercizio provvisorio; Estendere la possibilità di utilizzo delle risorse regionali oltre che per “alimenti e prodotti Farmaceutici” anche per altro utilizzando le stesse regole per l’impiego dei fondi per l’inclusione Sociale – FSE. Necessità di estendere in particolare anche all’acquisto di altri beni quali bombole del gas, igiene personale e domestica, presidi medici e quant’altro previsto da delibere e determinazioni comunali); Conferma dell’estensione della Platea dei Beneficiari ad altre categorie rispetto a quelle previste in via prioritaria; Precisare che “alcuna altra forma di assistenza economica da parte dello Stato” non si riferisca a quanto percepito ai sensi dell’ODPC 658; Prevedere modalità di rendicontazione delle risorse utilizzate quanto più chiare e snelle non soltanto per le risorse FSE (ma anche per le risorse POC); Richiesta di impegno sul successivo reintegro delle risorse POC”.
Tutte proposte estremamente tecniche a fronte di problemi tecnici ma che hanno effetti concreti proprio sulla rapidità dell’uso dei fondi.
Allarmi ingiustificati dicono fonti regionali secondo le quali è vero che sarà necessario un bando per l’assegnazione di questi soldi da parte dei comuni ma i comuni che si sono già mossi, come Palermo, potranno utilizzare le graduatorie già stilate e impiegare queste somme nel medesimo modo.
le modalità di attribuzione e di spesa di questi primi 30 milioni, fanno sapere dalla R%egione, sono frutto di un accordo fra la presidenza e l’Anci proprio l’associazione dei sindaci. Diversa vicenda sarà quella degli altri 70 milioni
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