“Mentre l’ex dirigente del Dipartimento regionale per la Pianificazione strategica dell’assessorato per la Salute, in una nota scritta prima di lasciare l’incarico, prevede un buco da circa 400 milioni di euro nel 2023 per la gestione dell’emergenza Covid da parte del precedente governo regionale, riteniamo sia inopportuno continuare ad alimentare le speranze del personale precario promettendo proroghe e stabilizzazioni anche di amministrativi e tecnici”.

Lo scrivono, in una nota, i deputati del gruppo di Forza Italia all’Ars – Stefano Pellegrino, Margherita La Rocca Ruvolo, Marco Falcone, Bernardette Grasso, Edy Tamajo, Riccardo Gallo, Luisa Lantieri, Nicola D’Agostino, Riccardo Gennuso, Gaspare Vitrano e Michele Mancuso – a proposito della risoluzione presentata dal gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia per la proroga dei contratti dei cosiddetti precari Covid.

Il buco da 400 milioni

“Se c’è un buco di questa portata, di cui si è ampiamente parlato anche in un’audizione in commissione Salute, la settimana scorsa, come si può immaginare di poter ulteriormente aggravare la situazione finanziaria quando negli ospedali continuano ad esserci lunghe liste d’attesa e gente che non riesce ad avere accesso alle cure? In questi anni – proseguono i parlamentari – non è stato dato neanche l’incentivo Covid ai medici che hanno lavorato nei reparti a rischio durante la pandemia, incentivo, varato dall’Ars con la finanziaria del 2021 e ancora si continua a parlare di proroghe e stabilizzazioni dei precari. Bisogna, piuttosto, tentare di dare risposte alla carenza di medici e infermieri, perché negli ospedali si registrano grandi difficoltà a colmare il gap di due anni di Covid in cui le persone non hanno ricevuto le prestazioni sanitarie che chiedevano e ancora oggi, in molti casi, non vengono garantiti i Livelli essenziali di assistenza.

Lo “scontro” con Fratelli d’Italia

“Quello di Fratelli d’Italia è un atto d’indirizzo di segno opposto alla posizione di responsabilità già assunta dal governo regionale – sottolineano i deputati di Forza Italia all’Ars – che rischia di compromettere la tenuta della maggioranza. Rivolgiamo ai colleghi di Fratelli d’Italia l’invito al dialogo con il presidente della Regione e a rivedere la posizione assunta con la risoluzione, depositata in commissione Salute senza alcuna condivisione quasi a significare uno spartiacque con il governo regionale e con le altre forze politiche che lo sostengono. Non è facendo demagogia che si diventa più bravi. Anche perché, continuando di questo passo, si rischia di riportare la situazione finanziaria dell’assessorato alla Salute agli anni dei piani di rientro, chiudendo così definitivamente le porte ai tanti giovani medici, infermieri e operatori sociosanitari che attendono i concorsi”.

La protesta a Messina

Il Coordinamento Lavoratori Covid di Messina risponde al Commissario dell’ASP di Messina, Bernardo Alagna, dopo che i cittadini sono stati costretti a disagi importanti nell’utilizzo di servizi come quelli in via del Vespro, problemi che il direttore Alagna ha commentato come “problemi di mancanza di personale”.

La decisione dell’ASP di Messina di mandare a casa il personale

“Il fatto – scrive in una nota il Coordinamento Lavoratori Covid di Messina – non può che risultare inaccettabile a chi è stato appena mandato a casa per dichiarata inutilità. Non possiamo dimenticare come lo stesso direttore Alagna avesse dichiarato che “tutto il comparto covid” fosse necessario, lasciando intendere che avrebbe trovato adeguato impiego nelle tante maglie dell’azienda che richiedevano tale rinforzo. Solo pochi giorni dopo, lo stesso direttore, però, si rimangiava quanto dichiarato pubblicamente e liquidava quasi tutte le categorie aprendo a livello regionale il cosiddetto caso Messina”.

Proteste e disagi per i cittadini

Il Coordinamento Lavoratori Covid di Messina sostiene che solo l’Asp di Messina ha deciso di mandare a casa il personale, ricordando alcune date importanti. “Il 15 gennaio vengono cessati i contratti di quasi 200 lavoratori Covid, tra cui gli assistenti amministrativi, che poi, alcuni giorni dopo, l’ASP di Messina delibera l’assunzione di 7 Assistenti Amministrativi perché risultavano 13 posti vacanti. Il 3 febbraio vengono cessati tutti i contratti in essere del comparto Covid, tra cui quelli degli informatici, anche se ‘ritenuti indispensabili’ sempre dall’ASP di Messina in Commissione Sanità il 16 gennaio. Nuovamente il 3 febbraio, data della Delibera che esternalizza il lavoro svolto dagli informatici del comparto Covid ad una ditta esterna pagando quasi 100 Mila euro”.

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