E’ cresciuto a ‘pane ed antimafia’. Quella vera, vissuta come impegno con un padre sempre sotto pressione perché oltre ad essere padre era un magistrato e presiedeva il primo grande processo a Cosa Nostra, il Maxi processo.

Stefano Giordano, figlio di Alfonso, è cresciuto così, respirando in prima linea già dentro casa gli anni del processo che segnò la svolta nella lotta alla mafia. Oggi fa l’avvocato e in questo ruolo continua a respirare l’esigenza quasi fisica di giustizia, intesa nel senso più alto del termine

Giordano parla a BlogSicilia

E per questo non ci sta a restare in silenzio all’antivigilia del trentennale della strage di Capaci e proprio quando crescono le polemiche politiche su mafia e antimafia

“Sono un uomo che per estrazione culturale non posso che definirmi di sinistra – dice Stefano Giordano a BlogSicilia – e sono, al contempo, convinto che l’antimafia, quella vera deve essere patrimonio di tutti. Patrimonio di ogni siciliano, patrimonio genetico delle persone perbene”

La mafia infiltra tutti i partiti

“Resto sbigottito, però, dalle polemiche di questi giorni. Sono atteggiamenti tipici di una sinistra vetero marxista che aggredisce non tanto il programma dell’avversario quanto l’avversario stesso.  Devo dire con forza che non esiste un partito della mafia e un partito dell’antimafia. Chi vive in Sicilia, chi ogni giorno si confronta con la città di Palermo sa che la mafia tende ad infiltrare tutti i partiti. Ci sono le persone perbene e ci sono i mafiosi in tutti gli schieramenti. La battaglia è quella di riconoscerli e isolarli”

La stagione dell’antimafia di facciata

“La Sicilia ha vissuto già una stagione di antimafia di facciata. nel senso che quegli uomini si ritenevano al di sopra di qualsiasi critica politica in quanto ‘antimafiosi’. Una stagione che, a prescindere dalla legittimità degli atteggiamenti e delle scelte, è stata certamente devastante per l’isola ed ha recato danni alla pubblica amministrazione”

La vicenda dei manifesti

“A colorire ulteriormente questa polemica sono arrivati anche i manifesti anonimi ma a parte questa iniziativa davvero difficile da qualificare, il tema è e resta politico. Non si può fare politica additando l’avversario come geneticamente mafioso così come nessuno può arrogarsi una patente di antimafioso sol per stare da questa o quella parte della barricata”

I programmi i grandi assenti

“Smettiamola con queste strumentalizzazioni – conclude Giordano nella sua chiacchierata con BlogSicilia – e parliamo di quel che occorre alla città. Parliamo di come si possono risolvere i problemi di viabilità, le voragini per strada, la pulizia e lo smaltimento dei rifiuti, le indegne vicende che impediscono una giusta sepoltura e le decine di altre richieste che vengono dai palermitani. Perchè in gioco c’è il futuro della città e dei suoi abitanti”

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