“Make mafia great again” con il logo della democrazia Cristiana che diventa “Democrazia collusa”. “Forza mafia” che richiama il logo del partito di Berlusconi. Il centro di Palermo si risveglia tappezzato di manifesti che prendono di mira il partito di Totò Cuffaro, la democrazia Cristiana Nuova, e Forza Italia.

Clima sempre più pesante a Palermo

Si fa sempre più pungente il clima della campagna elettorale a Palermo condita da aspre polemiche. E si ripresenta così il tema degli appoggi che fanno storcere il naso tra mancati inviti ai candidati sindaci alle celebrazioni per il trentennale delle stragi e botta e risposta più o meno violenti dagli schieramenti che sono scesi in campo per le amministrative palermitane. Politica e mafia, insomma, è il tema che infiamma la dialettica politica di queste settimane a Palermo.

Attacco a DC e di Forza Italia

Così qualcuno ha pensato bene di continuare a mettere benzina sul fuoco tappezzando il centro di Palermo con manifesti che riprendono i simboli della DC e di Forza Italia e accostandoli alla criminalità organizzata. La Democrazia Cristiana diventa nei manifesti “Democrazia Collusa”, Forza Italia, diventa, invece, “Forza Mafia”. I due partiti sono a sostegno della candidatura a sindaco di Palermo di Roberto Lagalla, che in questi giorni si è dovuto smarcare con difficoltà dalle polemiche.

Indagini della Digos

Sulle affissioni abusive di questi manifesti anonimi indaga la Digos che sta verificando chi ha effettuato le affissioni per risalire ai responsabili del ‘messaggio’ che è stato veicolato

La polemica con Lagalla

“Non ho mai avuto a che fare con la mafia. “Cuffaro? Con lui rapporto antico, sono stato suo assessore”. Così il candidato sindaco di Palermo del centrodestra Roberto Lagalla sperava di mettere la parola fine alla polemica legata al connubio mafia-politica sorta in queste ore in seguito alle recenti dichiarazioni di Alfredo Morvillo, fratello di Francesca, la moglie di Giovanni Falcone, morta con lui nella strage di Capaci, ad un evento pubblico.  L’ex rettore di Unipa e assessore all’Istruzione dimissionario del governo Musumeci  si è anche concentrato sul rapporto avuto in passato con Totò Cuffaro. “Il mio rapporto con Cuffaro è antico, ne sono stato assessore, e abbiamo chiuso un piano di rientro sanitario che nessun altro aveva mai chiuso prima”.

 

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