Non sono tardate ad arrivare le reazioni alla pubblicazione a Palermo di manifesti anonimi con scritte “Forza Mafia” che richiamano al logo ed al nome di Forza Italia e quelli con “Make mafia great again” con il logo della democrazia Cristiana che diventa “Democrazia collusa”. Una parodia che non è passata inosservata.

Il candidato a sindaco di Palermo della colazione progressista Franco Miceli attacca: “Ho visto quei manifesti. Questa è purtroppo l’immagine che Palermo rischia di dare di sé al mondo e che ci riporta a 30 anni fa”. Così ha commentato i manifesti apparsi questa mattina in varie parti di Palermo contro il partito di Totò Cuffaro.

Miceli “Responsabilità di Roberto Lagalla”

“La responsabilità – ha osservato Miceli – è di Roberto Lagalla, perché è lui che pur di racimolare qualche voto ha richiamato in servizio personaggi che hanno fatto tanto male a Palermo e alla Sicilia. Ma sono certo che la maggioranza dei palermitani vuole invece guardare avanti e costruire tutti insieme una città migliore”.

Clima sempre più pesante a Palermo

Si fa sempre più pungente il clima della campagna elettorale a Palermo condita da aspre polemiche. E si ripresenta così il tema degli appoggi che fanno storcere il naso tra mancati inviti ai candidati sindaci alle celebrazioni per il trentennale delle stragi e botta e risposta più o meno violenti dagli schieramenti che sono scesi in campo per le amministrative palermitane. Politica e mafia, insomma, è il tema che infiamma la dialettica politica di queste settimane a Palermo.

Attacco a DC e di Forza Italia

Così qualcuno ha pensato bene di continuare a mettere benzina sul fuoco tappezzando il centro di Palermo con manifesti che riprendono i simboli della DC e di Forza Italia e accostandoli alla criminalità organizzata. La Democrazia Cristiana diventa nei manifesti “Democrazia Collusa”, Forza Italia, diventa, invece, “Forza Mafia”. I due partiti sono a sostegno della candidatura a sindaco di Palermo di Roberto Lagalla, che in questi giorni si è dovuto smarcare con difficoltà dalle polemiche.

Indagini della Digos

Sulle affissioni abusive di questi manifesti anonimi indaga la Digos che sta verificando chi ha effettuato le affissioni per risalire ai responsabili del ‘messaggio’ che è stato veicolato.

La polemica con Lagalla

“Non ho mai avuto a che fare con la mafia. “Cuffaro? Con lui rapporto antico, sono stato suo assessore”. Così il candidato sindaco di Palermo del centrodestra Roberto Lagalla sperava di mettere la parola fine alla polemica legata al connubio mafia-politica sorta in queste ore in seguito alle recenti dichiarazioni di Alfredo Morvillo, fratello di Francesca, la moglie di Giovanni Falcone, morta con lui nella strage di Capaci, ad un evento pubblico.  L’ex rettore di Unipa e assessore all’Istruzione dimissionario del governo Musumeci  si è anche concentrato sul rapporto avuto in passato con Totò Cuffaro. “Il mio rapporto con Cuffaro è antico, ne sono stato assessore, e abbiamo chiuso un piano di rientro sanitario che nessun altro aveva mai chiuso prima”.

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