E’ scontro a distanza sull’abolizione del voto segreto all’Ars. Dopo i botta e risposta fra Pd e Forza Italia nella giornata di ieri oggi interviene il commissario straordinario di FdI, partito che ha portato i tema al vertice di maggioranza ottenendo il sì da parte di tutti gli alleati.
Sbardella attacca il Pd
“Per l’ennesima volta il Partito Democratico dimostra di anteporre le beghe e i “giochetti” di Palazzo agli interessi dei siciliani: l’annuncio da parte del loro capogruppo di voler chiedere il voto segreto sulla nostra proposta di abolire il voto segreto all’Ars, infatti, è l’emblema della peggiore politica” afferma Luca Sbardella, commissario regionale di Fratelli d’Italia in Sicilia.
L’esponente dei meloniani continua: “A parole moralista, il Pd non si smentisce mai nei fatti difendendo l’indifendibile, cioè uno strumento di cui nel Parlamento siciliano da sempre si abusa per consentire inciuci trasversali e sottobanco tra maggioranza e opposizione e che sta producendo effetti nefasti come la bocciatura di norme e provvedimenti vitali per la Sicilia. Abolirlo è una priorità non più rinviabile, come noi di Fratelli d’Italia abbiamo ribadito al presidente della Regione. Pertanto ci appelliamo al buon senso di tutta l’Ars- maggioranza e opposizioni- per porre fine al ricorso indiscriminato del voto segreto. Il dissenso è il sale della democrazia, tuttavia se c’è va espresso alla luce del sole, con voto palese e mettendoci la faccia. Il Pd, invece, la faccia la sta perdendo del tutto. Siamo certi che alle prossime elezioni i siciliani nel segreto dell’urna- quello sì giusto- se ne ricorderanno bene”.
Serve la maggioranza qualificata
L’idea di giungere all’abolizione di un privilegio già abolito da tutti gli altri Parlamenti serpeggia da anni. Già nella scorsa legislatura il Presidente Musumeci puntava a questa abolizione. Ma per ottenere la modifica del regolamento d’aula serve la maggioranza qualificata ovvero la metà più uno di tutti i parlamentari contando anche gli eventuali assenti. In soldoni servono 36 sì quali che siano le presenza in aula al moment della votazione.
Un traguardo allora difficile (se non impossibile) ma oggi alla portata di questa maggioranza che, se s contano anche i voti di Sud Chiama Nord e de de presidenti (Galvagno e Schifani) può arrivare a 47 e che, comunque, senza presidenti e deluchiani arriva comunque a 42 e può dunque sopportare serenamente anche qualche assenza.
Come aveva reagito ieri il Pd
Ma il Pd non ci sta a perdere lo strumento fin qui usato per fa implodere la maggioranza e sottolineare le tensioni interne bocciando norme su norme contando sui franchi tiratori che non potrebbero più esistere a voto palese.
Lo dice chiaramente il capogruppo Michele Catanzaro che mette in campo un ossimoro: “Il centrodestra avrebbe ritrovato unità attorno ad alcuni punti, tra i quali l’abolizione del voto segreto e, stando alle indiscrezioni di stampa, la rimozione di Salvatore Iacolino dall’incarico ai vertici dell’assessorato alla Salute che gli era stato assegnato appena pochi giorni fa. Vedremo quanto durerà questa intesa. Quel che è certo è che se il presidente Schifani intende abolire il voto segreto, lo aspettiamo a Sala d’Ercole e lo diciamo fin d’ora: chiederemo che su questa proposta l’aula si esprima con voto segreto”.
La controreplica di Catanzaro
“Il voto segreto è garanzia di libertà”. Lo dice Michele Catanzaro, capogruppo del Partito Democratico all’Assemblea regionale siciliana in merito alle dichiarazioni di Luca Sbardella, commissario regionale di Fratelli d’Italia in Sicilia.






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