“A poche ore dalla chiusura dei termini per le iscrizioni nelle scuole, non si hanno notizie ufficiali in merito alle decisioni assunte dalle istituzioni regionali sul dimensionamento scolastico in Sicilia. Un grave ritardo che mette in discussione fino all’ultimo momento le scelte delle famiglie nell’individuazione delle scuole da far frequentare ai propri figli. Quest’ultime, infatti, potrebbero perdere la loro autonomia o essere chiuse proprio a causa del dimensionamento”. Lo dice il segretario della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza.

“Scelte scellerate”

“La possibilità di esprimere pareri ed opinioni non vincolanti – aggiunge – non ci soddisfa più. Ancora più inaccettabile è la mancanza di coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nei tavoli provinciali. In attesa di conoscere il piano di dimensionamento ufficiale, prendiamo atto, sulla base delle informazioni ufficiose in nostro possesso, che c’è la volontà di rimediare alla scelta scellerata dello scorso anno di revocare l’autonomia a realtà scolastiche come quelle di Ustica e del Comune montano di Petralia Sottana“.

Adriano Rizza, Segretario regionale Flc Cgil Sicilia

Adriano Rizza

Diverse le criticità

“Permangono tuttavia delle criticità – prosegue Rizza – come quella che vede a Sambuca, in provincia di Agrigento, l’aggregazione tra l’Istituto comprensivo F. Felice da Sambuca con l’Istituto comprensivo Tomasi di Lampedusa di Santa Margherita Belice. Due borghi situati in territori periferici della nostra provincia e che necessitano di mantenere la loro autonomia. Allo stesso tempo, non possiamo non rappresentare le nostre perplessità rispetto all’autorizzazione di un ulteriore indirizzo del Liceo coreutico al Turrisi Colonna di Catania, a discapito di un’altra realtà scolastica già esistente. E cosa ancor più grave, in contrapposizione a quanto deciso dalla conferenza scolastica provinciale che aveva espresso parere contrario. Così come non condividiamo a Siracusa l’aggregazione di due istituzioni scolastiche nei territori di Priolo Gargallo e Lentini, poiché si trovano in contesti sociali ed economici molto critici che meriterebbero, invece, particolari attenzioni dalle istituzioni”.

Il sindacato accusa la Regione

“La Regione – conclude il segretario della Flc Cgil Sicilia – deve farsi carico del problema chiedendo, in sede di Conferenza Stato-Regioni, non solo la revisione dei parametri diventati inadeguati per un territorio complesso come quello siciliano, ma la rivisitazione del sistema di assegnazione delle autonomie scolastiche, riconoscendo alle organizzazioni sindacali un ruolo formale e determinante nelle scelte che vengono decise sia a livello provinciale che regionale. Non può essere la politica a decidere l’esistenza di una scuola invece che di un’altra. È indispensabile che ogni scuola abbia un dirigente scolastico e un direttore dei servizi generali e amministrativi titolari”.

Serve intervento normativo

“È necessario un intervento normativo per garantire l’autonomia a tutte quelle istituzioni situate in contesti territoriali particolari come le piccole isole, con minoranze linguistiche, con comuni montani disagiati nella viabilità, con scuole ad alta complessità. Solo così le istituzioni scolastiche avranno la concreta possibilità di risultare nel tempo centri dotati di oggettiva capacità di interlocuzione nei territori in cui operano”, conclude la nota della Flc Cgil Sicilia.

L’aggiornamento: approvato il Piano

Con una nota diffusa poco dopo, la Regione informa che il decreto è stato firmato questa mattina dall’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla. È stato approvato il Piano di dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica della Sicilia per l’anno scolastico 2022/2023. Il documento tiene conto di determinate condizioni come il numero degli alunni, la disponibilità di locali idonei e limiti in materia di dotazione organica del personale docente.

La nota di Lagalla e la situazione nelle varie Province

Il piano prevede, tra gli altri, nell’Agrigentino l’aggregazione dell’istituto “Madre Teresa di Calcutta” di Casteltermini all’“Archimede” di Cammarata e del “F. Felice” di Sambuca di Sicilia al “Tomasi Lampedusa” di Santa Margherita Belice. Nel Catanese, ad Adrano, è prevista l’aggregazione della scuola secondaria di primo grado “Mazzini” al “Don La Mela”. A Palermo è prevista la fusione tra la direzione didattica “Nazario Sauro” e la scuola secondaria di primo grado “Franchetti” e ancora l’aggregazione della scuola “Da Vinci” alla “De Amicis”. Inoltre è previsto lo scorporo e il ripristino dell’autonomia dei plessi di Ustica del Convitto nazionale “G. Falcone”.

E ancora in provincia di Siracusa, è prevista l’aggregazione dell’istituto “Dolci” di Priolo Gargallo al “Manzoni” e ancora a Lentini l’aggregazione dell’”Alaimo” all’istituto “Nervi”. Il piano è disponibile da questa mattina sul sito ufficiale della Regione Siciliana a questo indirizzo.

Contestualmente, sono stati firmati nei giorni scorsi i decreti che istituiscono nuovi indirizzi di studio a integrazione del piano dell’offerta formativa sempre per l’anno scolastico 2022/2023.

Le reazioni

“Il piano sul dimensionamento scolastico oggi approvato dall’assessore Lagalla razionalizza le risorse disponibili e permette di garantire meglio i servizi scolastici di prossimità per diverse comunità locali. Bene in assoluto lo sblocco della situazione di Ustica, dove la scuola riacquista finalmente la sua autonomia, preservando soprattutto i più piccoli, quest’anno a casa loro malgrado fino a novembre.
È un risultato in linea con la risoluzione approvata in commissione Cultura lo scorso novembre e al quale si è lavorato in Parlamento nell’ambito delle ultime due leggi di Bilancio”. Lo dice Vittoria Casa, presidente commissione Cultura Scienza e Istruzione alla Camera.

“Esiste un enorme problema che ha a che vedere con le oggettive tendenze demografiche. Nei prossimi anni diminuirà la consistenza media degli studenti per istituto e molte scuole – veri e propri presidi per il territorio – rischieranno di andare in reggenza o di chiudere. In attesa che gli investimenti del Pnrr aiutino a invertire questo processo – conclude – occorre utilizzare tutte le risorse a disposizione per mantenere l’assetto scolastico del Paese, in particolare quello delle province, delle piccole isole e delle comunità montane”.

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