La scuola in Italia letteralmente spaccata in due, con la Sicilia penalizzata a scontare divari e disagi per studenti e famiglie. Una questione, insieme ad altre collaterali che riguardano sempre il mondo della scuola, che sarà affrontata in una tre giorni dall’assemblea della Cisl scuola a Palermo.

La leader nazionale

Prenderà il via nel pomeriggio di oggi a Palermo la tre giorni della Cisl Scuola nazionale con la partecipazione della leader Ivana Barbacci e di esponenti sindacali che arriveranno da ogni parte d’Italia. L’assemblea nazionale della federazione Cisl avrà al centro il tema del “superamento di disparità e disuguaglianze” e si terrà nel teatro Al Massimo, in piazza Verdi. “Una scuola che unisce”, lo slogan che farà da filo conduttore del dibattito, che verterà su argomenti sotto i riflettori: dalla trattativa per il rinnovo del contratto all’attesa per la formazione del nuovo governo, alla questione dell’autonomia differenziata e del “carattere unitario e nazionale del sistema scolastico italiano”, con le parole di Barbacci.

Si inizia alle 15,30

I lavori inizieranno alle 15,30 e si concluderanno nella giornata di mercoledì prossimo, 19 ottobre. In apertura è previsto il saluto di Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, di Giuseppe Pierro, direttore dell’ufficio scolastico regionale, e del segretario generale della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio. “Ridurre i divari territoriali – ha commentato Ivana Barbacci – è uno degli obiettivi indicati nella missione 4 Istruzione e ricerca del Pnrr, divari che non sono solo tra nord e sud, ma che vedono comunque nel mezzogiorno una delle aree su cui intervenire con priorità, per la scuola e non solo. Da qui la scelta di tenere a Palermo la nostra assemblea nazionale, nella quale il tema del superamento di disparità e disuguaglianze si inquadra in una riflessione che va oltre il perimetro delle azioni previste nel Piano di Ripresa e Resilienza, focalizzato sulla scuola secondaria”.

Colmare i divari

“Per noi sarà l’occasione – aggiunge la numero uno della Cisl scuola nazionale  – per ribadire fra l’altro l’esigenza di mantenere il carattere unitario e nazionale del nostro sistema scolastico, che ha bisogno di colmare divari e non di rischiare di accentuarli. Il diritto allo studio non può essere a geometria, o geografia, variabile: a tutti vanno date pari opportunità, piuttosto ci si impegni a sostenere con particolare attenzione le realtà più deboli, in gran parte presenti al sud ma individuabili anche in altre aree del Paese, ad esempio nelle periferie delle aree metropolitane. Non ci serve un’autonomia differenziata, che rischia di frammentare il sistema riproponendo tanti piccoli centralismi regionali: si valorizzi invece di più l’autonomia di cui già ogni scuola dispone, questo è uno dei temi che discuteremo nella nostra assemblea. E gli enti locali facciano di più per le loro scuole, fornendo per esempio tutti i servizi necessari per un ampliamento del tempo scuola, altrimenti impossibile, o per garantire la frequenza di percorsi formativi fin dalla prima infanzia, in troppi casi possibile solo a scartamento ridotto”.

Riconoscere il lavoro del personale scolastico

Al forte impegno di investimenti che contiene il Pnrr, sempre secondo la Barbacci, necessita un contestuale impegno a riconoscere adeguatamente il lavoro di tutto il personale scolastico, risorsa fondamentale e decisiva per l’efficacia e la qualità del sistema. “Da qui – sostiene – l’urgenza di chiudere positivamente il rinnovo del contratto, primo passo per ridare giusta dignità professionale a docenti, personale Ata e dirigenti. C’è anche qui un divario da colmare, con l’Europa e con profili corrispondenti nella Pa: tutte le forze politiche hanno promesso su questo il loro impegno in campagna elettorale, le attendiamo alla prova dei fatti”.

 

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