“Ancora una volta l’Assemblea Regionale Siciliana, al di là delle promesse e delle mistificazioni, ha mostrato quanto poco interesse abbia per il sistema integrato siciliano dell’istruzione ed in modo particolare per le scuole dell’infanzia e primarie. I tagli si sono abbattuti non solo sul Buono Scuola, di fatto cancellato dall’elenco dei contributi alle famiglie, ma anche sulle scuole materne paritarie. Chiameremo a raccolta gestori e famiglie perché facciano sentire la loro voce, prima che sia troppo tardi, prima cioè che chiudano altre scuole”.

Questo l’amaro commento di Nicola Iemmola il Presidente della FISM siciliana, la Federazione che raggruppa le scuole non statali del settore, a conclusione del direttivo straordinario convocato dopo la cancellazione dei contributi alle scuole materne paritarie da parte dell’Assemblea Regionale”.

“In Sicilia sono 450 le scuole dell’infanzia federate alla FISM frequentate da 25.000 bambini. In esse trovano occupazione tra personale docente e non docente circa 3.000 persone”.

Il presidente Iemmola cita un recente studio dell’OCSE, ripreso dalla stampa nazionale e dal ministro del MIUR in un intervento al Parlamento, secondo cui la presenza di queste scuole – particolarmente utili e apprezzate dalle famiglie – rappresenta per lo stato un risparmio di 6,5 miliardi di euro all’anno.

“Se queste scuole, malauguratamente dovessero chiudere – precisa – le strutture statali, regionali e comunali attualmente esistenti non sarebbero in grado di accogliere questi bambini per inadeguatezze strutturali e per mancanza di risorse economiche”.

Iemmola dice di un emendamento presentato alla legge finanziaria regionale che prevedeva lo stanziamento di 1.8milioni di euro a sostegno delle scuole materne paritarie, comprese quelle comunali, finalizzato ad accogliere gratuitamente alla frequenza e alla refezione bambini di disagiate condizioni economiche.

“Dell’emendamento si sono perse le tracce nell’ultima notte dell’approvazione in aula – prosegue -. Non bisogna però credere che la situazione sia migliore per le scuole primarie convenzionate. La Finanziaria Regionale ha previsto per loro solo un contributo di € 7 mila per classe a fronte del contributo di € 19 mila a classe percepito dalle scuole primarie convenzionate del resto d’Italia! Penalizzando così ulteriormente le famiglie della nostra Isola già pesantemente colpite dalla crisi economica”.

Ed ha poi concluso: “Non ci rimane che affidarci alla speranza e alle rassicurazioni che ci sono state date. Alcuni Parlamentari ci hanno assicurato che nella prossima manovra, in programma il 15 marzo, si dovrebbero trovare i finanziamenti necessari per questo seppur piccolo contributo. Continuiamo a sperare, ma nel frattempo rivolgiamo un appello ai genitori e a tutta la società civile, perché facciano sentire la propria voce nei confronti di un Parlamento siciliano che sembra voler perseguire un disegno finalizzato alla scomparsa di queste scuole con conseguente pregiudizio della pluralità dell’offerta formativa e della libera scelta educativa dei genitori”.

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