Sono stati aperti stamane alle ore 7 i seggi in 101 comuni delle Regioni a statuto ordinario e in dieci delle Regioni a statuto speciale per il turno di ballottaggio per l’elezione dei sindaci.

Sono in totale 4.304.739 gli elettori, di cui 2.054.516 maschi e 2.250.223 femmine, e 5.184 le sezioni elettorali.  Ventidue i capoluoghi interessati in questa tornata: Genova, Catanzaro, L’Aquila, Alessandria, Asti, Belluno, Como, Gorizia, La Spezia, Lecce, Lodi, Lucca, Monza, Oristano, Padova, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Verona, Taranto e Trapani. I seggi si chiuderanno alle ore 23; subito dopo lo scrutinio.

In Sicilia i comuni chiamati alle urne per i ballottaggi sono sette. Al voto circa 221mila siciliani. Si tratta degli elettori di Trapani, unico comune capoluogo coinvolto nella tornata elettorale, Sciacca, in provincia di Agrigento, Termini Imerese, nel Palermitano, Niscemi, in provincia di Caltanissetta, Floridia, nel Siracusano, e le due catanesi Palagonia e Scordia.

Riflettori puntati soprattutto su Trapani dove le elezioni sono diventate un caso ancora prima della chiamata alle urne dello scorso 11 giugno. I fatti sono noti, ma quanto avvenuto negli ultimi giorni ha portato ulteriormente alla ribalta il caso. Mimmo Fazio, coinvolto nell’inchiesta Mare Monstrum, ha infatti scelto di non presentare la lista degli assessori decadendo dal turno di ballottaggio. L’altro candidato in corsa è l’esponente del Pd, Piero Savona che per essere eletto avrà bisogno di un’affluenza alle urne che superi il 50% e del 25% di consensi del corpo elettorale. Al candidato del centrosinistra occorrono quindi circa 15mila voti.

La decisione di Fazio di ritirarsi dal ballottaggio è legata proprio all’inchiesta giudiziaria che ha portato il 18 maggio scorso al suo arresto con l’accusa di corruzione. L’ex sindaco di centrodestra, al quale era stata revocata la misura dei domiciliari il 3 giugno scorso, pur risultando il candidato più votato al primo turno, aveva deciso di ritirarsi ma senza formalizzare ufficialmente la sua decisione. In quest’ultimo caso sarebbe andato infatti al ballottaggio il senatore di Forza Italia Antonio D’Alì, suo acerrimo rivale dopo un lungo sodalizio politico. Anche D’Alì durante la campagna elettorale aveva avuto guai giudiziari: gli era stata infatti notificata una richiesta di soggiorno obbligato dalla Procura di Palermo per “pericolosità sociale” dopo l’assoluzione dall’accusa di concorso in associazione mafiosa.

Situazione complessa anche a Termini Imerese dove il M5S ha sollevato dei dubbi sulla eleggibilità del candidato Francesco Giunta per la Legge Severino anche se per altri il caso non riguarderebbe l’aspirante primo cittadino che corre per il centrodestra. Lo sfidante è Vincenzo Fasone, candidato di un cartello di liste civiche.

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