“Senza casa non ci sto”. E’ lo slogan di protesta scelto, e scritto su uno striscione, da un gruppo di inquilini che stamane si sono riuniti in sit-in davanti la sede regionale dell’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata in via Vann’Antò a Palermo.
Si tratta di persone che abitano in una palazzina di via Nicolò Tudisco, nel capoluogo siciliano, confiscata alla mafia. Con i locatori avevano accordi basati sulla parola e spesso non veniva stipulato alcun contratto regolare. Hanno continuato a pagare l’affitto sino alla confisca e al subentro dell’Agenzia, che adesso, li ritiene in qualche modo, occupanti abusivi.
Anche perché l’Agenzia ha facoltà di destinare la palazzina ad altro uso che non sia quello abitativo.
Gli inquilini vogliono rimanere negli appartamenti in cui hanno abitato sinora. Uno di loro, Francesco Paolo Ferrante, spiega: “Noi siamo qui oggi per chiedere all’Agenzia Beni confiscati di regolarizzare le famiglie, noi non siamo abusivi. Abbiamo già pagato un’indennità di occupazione richiesta dall’Ente, e vogliamo continuare a farlo. Non chiediamo di continuare a vivere lì abusivamente ma pagando. Non ci possono mandar via: molti inquilini della palazzina hanno figli minori, alcuni dei quali disabili, e sono regolarmente iscritti nelle liste dell’emergenza abitativa del Comune di Palermo”.
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