Sequestrato un lotto di terreno di 2.500 metri quadrati in contrada Gazzara a Terrasini, in provincia di Palermo, usato come discarica abusiva di materiali provenienti da demolizioni edilizie. Ad eseguire il sequestro è stato il personale del distaccamento di Carini del Corpo forestale della Regione Siciliana.

Nell’area sono stati rinvenuti rifiuti inerti edili per circa 4 mila metri cubi. Un sessantunenne di Terrasini è stato denunciato all’autorità giudiziaria. L’assessore regionale al Territorio e all’ambiente, Elena Pagana, ha espresso il suo plauso per l’operazione che rientra nell’ambito dell’articolata attività di prevenzione e repressione dei reati ambientali svolta dal Corpo forestale.

La discarica abusiva nel Catanese

I carabinieri scoprono nel catanese uno scempio ambientale, una discarica abusiva con tanto di autodemolizione in un’area tutelata. I due “gestori” di fatto, padre e figlio, denunciati per reati ambientali ed anche per furto aggravato dal momento che avevano realizzato anche l’allaccio abusivo alla rete idrica. All’interno dell’area trovate persino auto rubate e carcasse di veicoli cannibalizzati. L’operazione dei carabinieri della compagnia di Acireale con i colleghi del 12° reggimento Sicilia, del Noe e del nucleo elicotteri.

Terreno non visibile

La lente d’ingrandimento si è concentrata su un vasto terreno nel territorio di Aci Sant’Antonio, a poca distanza dell’autostrada E45. Area non visibile da terra in quanto nascosta da alti e fitti eucalipti lungo tutto il perimetro, su cui erano accantonati rottami e carcasse di veicoli di ogni tipo. Davanti a questo scenario, sono in primo luogo scattati gli approfondimenti sulla documentazione, da cui sono subito emersi dati incoerenti con quanto invece direttamente constatato dai carabinieri. Risultava infatti che l’area fosse stata registrata come terreno adibito ad uso agricolo, nello specifico coltivato a “vigneto”. A questo punto, i militari hanno realizzato che si trovavano di fronte ad una vera e propria discarica abusiva e centro di autodemolizione. Quindi tutt’altro rispetto ad un terreno agricolo. Cosa ancora più grave, il fatto che l’intera area sorge in una località sottoposta a vincolo archeologico e paesaggistico.

L’irruzione

I militari dell’Arma hanno quindi effettuato un accesso al sito, al termine di un viale sterrato di campagna, chiuso da un grande cancello e da una recinzione che impediva di guardare all’interno. E si sono trovati di fronte ad vero e proprio “immondezzaio” di oltre 900 metri quadri. All’interno accantonate auto, parzialmente o totalmente smontate, pezzi di ricambio, centraline, autoradio, parti meccaniche e targhe. Tutto materiale accatastato al punto da rendere difficoltoso anche il passaggio. Trovato un 32enne di Giarre all’interno con precedenti di polizia, figlio del proprietario del terreno. Non ha saputo giustificare quel “cimitero di rottami”, risultando anche sprovvisto di qualsiasi autorizzazione per lo smaltimento di rifiuti. Cosa che ha confermato l’ipotesi che si trattasse di un’attività completamente abusiva.

Anche rifiuti pericolosi

I militari hanno poi esteso il controllo all’intera area, dove hanno anche accertato la presenza di rifiuti pericolosi, in plastica ed in ferro. Materiale che derivava dallo smontaggio delle autovetture. Trovato anche uno scarico incontrollato di acque reflue industriali sul terreno, senza alcun trattamento depurativo, il tutto sempre abusivo. Per l’intera giornata le pattuglie hanno, poi, scandagliato le auto e le targhe presenti nell’autodemolizione illecita. Scovando così 2 veicoli oggetto di furto. Il primo ancora integro, di proprietà di una società di autonoleggio, rubato a Catania appena tre giorni prima. Il secondo già parzialmente smontato, rubato a fine novembre a Giardini Naxos ad un turista italiano residente in Germania. Sia il proprietario del fondo che il gestore della discarica abusiva, padre e figlio, denunciati per i reati ambientali e ricettazione.

Anche allaccio abusivo

Ma non è finita qui. E’ stato approfondito anche un controllo assieme ai tecnici della società “Acqua di Casalotto”, che si occupa della distribuzione di acqua sul territorio. I carabinieri hanno rilevato anche l’allaccio abusivo alla rete idrica pubblica, e per questo peri due è scattata anche la denuncia per furto aggravato. L’intera area sottoposta a sequestro, compreso tutto il materiale rinvenuto all’interno. Le due macchine rubate sono state restituite ai legittimi proprietari.

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