I carabinieri del nucleo investigativo di Palermo, hanno eseguito un provvedimento di sequestro beni per un milione di euro emesso dalla sezione di prevenzione del tribunale di Palermo nei  confronti di Tommaso Di Giovanni.

Chi è il destinatario del provvedimento

Di Giovanni, detenuto, è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Palermo, a marzo del 2019, nell’ambito dell’operazione denominata “Atena”, con l’accusa di aver diretto, insieme ai fratelli, il “mandamento mafioso di Porta Nuova”, venendo condannato in via definitiva ad anni 15 e mesi 6 di reclusione.

In passato è stato arrestato anche nell’ambito delle operazioni di servizio denominate “Perseo” e “Pedro”.

Che cosa è stato posto sotto sequestro

Sono stati sequestrati beni aziendali dell’impresa individuale “Di Giovanni Tommaso”, con sede in Palermo, con attività commercio al minuto di carni.

Impresa individuale ed intero complesso dei beni aziendali dell’impresa individuale “Macelleria Billa Simona”, con sede a Palermo, con attività commercio al minuto di carni.

Un fabbricato composto da 10 vani su tre elevazioni a Palermo; due appartamenti siti in Palermo e due locali per uso commerciale siti in Palermo.

I precedenti sequestri di beni

Un mese e mezzo fa era stato effettuato un altro sequestro nei confronti di presunti mafiosi ma di Villabate. A metà maggio i carabinieri del nucleo investigativo di Palermo avevano eseguito un provvedimento di sequestro beni, richiesto dalla Dda di Palermo, per un valore di 500 mila euro nei confronti di Francesco Terranova e Vito Traina, accusati di fare parte della famiglia mafiosa di Villabate e rimasti coinvolti nell’operazione Luce.

Terranova è agli arrestati poiché ritenuto il reggente della famiglia mafiosa del centro alle porte di Palermo e accusato oltre che di associazione mafiosa, anche di estorsione, intestazione fittizia di beni e riciclaggio.

Pena scontata fino al 2021

In passato era stato condannato definitivamente per il ruolo di vertice che aveva assunto nel contesto associativo villabatese ed aveva finito di scontare la pena nel 2021.

Vito Traina è accusato di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni e riciclaggio. Il provvedimento di sequestro riguarda l’impresa individuale intestata a Vito Traina, azienda nel commercio delle pedane in regime di monopolio nella zona artigianale di Villabate per la quale gli inquirenti ritengono che sia partecipata anche da Terranova.

Sotto sequestro sono finiti un’azienda di ingrosso di imballaggi a Palermo, un rapporto bancario, 7.600 euro in contanti trovati a Terranova e 8.100 euro in contanti trovati a Traina.

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