Altre conseguenze del Covid-19 secondo l’Istat

La pandemia ha avuto un effetto impattante sulle vite delle famiglie italiane non solo per la terribile evidenza dei numeri di contagi e decessi, ma anche cambiandone le abitudini. E’ il cosiddetto ‘effetto a cascata’, rilevato dall’Istat in uno studio che ha preso in esame movimenti migratori, cambi di residenza, matrimoni ed unioni civili, sesso e nascite.
Il fatto che l’Italia sia stato uno dei primi Paesi in cui si è manifestato il Covid ha frenato i flussi migratori dall’estero verso il nostro Paese, mentre i nostri connazionali hanno continuato ad espatriare quando le ondate della pandemia sembravano subire un arresto. I cambi di residenza fra Comuni, legati all’intenzione di iniziare convivenze o ai matrimoni, hanno subito una battuta d’arresto anche in seguito ad alcune disposizioni normative necessarie a contrastare il virus, come le sospensioni delle cerimonie, le limitazioni alla mobilità delle persone, il divieto di organizzare eventi, bloccando la progettualità di vita delle coppie.
Specialmente al Sud risulta inconcepibile un matrimonio con 30 invitati, indossando le mascherine, senza viaggi di nozze e soprattutto col futuro oscurato dallo spettro della disoccupazione e dall’instabilità economica di un intero Paese. Ed ovviamente, in un momento di crisi globale, privo di prospettive, risulta impensabile mettere al mondo dei figli: il 2020 è stato l’anno del crollo delle nascite.

Come sono cambiate le abitudini sessuali in tempo di pandemia

Gli italiani, da sempre rinomati per la passionalità, sembrano essersi trasformati in un freddo popolo disinteressato al sesso. Uno studio condotto dalla Società Italiana di Andrologia rileva che 6 uomini su 10 soffrono di disfunzioni sessuali da quando è iniziata la pandemia, la quale, peraltro, agisce in modo assolutamente democratico e trasversale, interessando tutte le fasce d’età e di ubicazione geografica.
Pur comprendendo che, come ha dichiarato Alessandro Palmieri (presidente della SIA): “Sono stati molti i fattori che hanno messo a dura prova l’eros. A cominciare dall’ansia e dalla preoccupazione su ‘cosa accadrà’, l’eccessiva vicinanza con il partner o l’eccesso di distanza per le coppie non conviventi”, tuttavia il processo non sembra dar segni di miglioramento. La SIA ha pertanto organizzato una serie di incontri sul web (Keep in Touch 2021) per dibattere sulla questione della salute maschile in tempi di pandemia.

Gli italiani come gli inglesi?

Ampliando tuttavia lo sguardo ad altre indagini sociologiche, la situazione appare diversa.
Sembra che gli italiani abbiano adottato il famoso “Niente sesso, siamo inglesi!”, titolo di una brillante commedia degli anni ’70, che raccontava come il popolo britannico celasse dietro un’apparente freddezza ed ipocrisia, costumi sessuali ben più sfrenati.
L’esigenza del contatto, infatti, prevale sulle costrizioni cui bisognerebbe sottostare in questo periodo, e il modo di fare sesso appare modificato ma non sparito.
Chi è in coppia stabile con figli piccoli dichiara di ‘aver lasciato ogni speranza’ di avere rapporti sessuali a causa di una troppo stretta e continuata convivenza forzata, mentre chi figli non ha, si è dedicato a nuove sperimentazioni e con maggior frequenza rispetto a prima. Qualche maligno potrebbe insinuare che non ci si sia ritrovati per amore ma per necessità, per essere l’uno l’unica alternativa dell’altro a causa del Covid, o per l’impossibilità pratica di incontrarsi con l’amante.
Neanche i single si sono arresi, perché solo una piccola percentuale dichiara di non aver fatto sesso dallo scoppio della pandemia, per la difficoltà nel fare nuovi incontri o solo per paura del contagio. Tutti gli altri hanno continuato bellamente a ‘vivere’ la propria sessualità ricontattando vecchie amicizie o lanciandosi nel sesso occasionale anche utilizzando app d’incontri, incuranti del virus. E poi si sa, ‘fatta la legge, trovato l’inganno’: basta uscire con la scusa di andare a fare la spesa e tornare in orario.
Quelli che aggirano completamente l’ostacolo sono invece i giovani, che all’ora del coprifuoco si fermano a dormire a casa del/della partner.
Per chi è rimasto a casa davanti al computer le cose non sono andate peggio: a quanto pare si è registrato un incremento di frequentazione dei siti, non porno, bensì di acquisto di sex toys ed anche un aumento, per ammissione degli stessi usuari, del cybersesso che ha compensato la distanza dal partner e protetto dal contagio.
Interessante panoramica, quindi, di un’Italia ‘puritana’ e ‘falsamente moralista’ da cui emerge come quella che doveva essere una ‘paralisi sessuale’ si sia trasformata in una ‘rivoluzione sessuale’, che ha cambiato le abitudini e liberato da falsi stereotipi.
Perché ‘fare sesso’ è la rivalsa della vita sulla morte.