“A  settembre si deve tornare alla didattica tradizionale, è indispensabile. Si tornerà in sicurezza grazie all’emendamento di Italia Viva che introduce i criteri per l’edilizia scolastica prevista dal Piano Shock”. Lo ha annunciato il parlamentare nazionale di Italia Viva  Luciano Nobili, in diretta a Italia Viva Sicilia Live, il format condotto da Rossana Titone in onda sulla pagina Facebook di Italia Viva Sicilia. “La scuola – ha aggiunto – è l’unica agenzia di contrasto alla disuguaglianza: si entra diversi ma si fa un percorso comune. Non può diventare un vettore di diseguaglianza”.

Già ieri la notizia era stata anticipata dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina in un’intervista rilasciata a Repubblica.  precisando che a settembre, quando si tornerà in classe, gli studenti dovranno indossare le mascherine e, qualora sia necessario, anche le visiere di plastica. “Stiamo facendo tutto il possibile per riportare tutti, bambini e ragazzi, a scuola in presenza – ha detto la ministra – Noi – daremo una cornice, delle linee guida e un pacchetto di studenti. Ogni scuola dovrà poi declinare come far ripartire l’anno”.

Azzolina ha annunciato che chiederà il sostegno degli enti locali e del terzo settore affinché forniscano «sale comunali, orti botanici, parchi, teatri, cinema». La scuola dovrà aprirsi «al territorio» e «quando non sarà possibile il distanziamento, porteremo gli studenti fuori».

Azzolina, però, ha affermato che non ci saranno i termoscanner, ovvero le ‘pistole’ per misurare la temperatura corporea: “Dobbiamo responsabilizzare le famiglie. E dire che a scuola non si va neanche con 37 e mezzo di febbre». Invece, per quanto concerne le mascherine, «gli esperti ne hanno consigliato l’obbligo. Vanno bene anche le visierine trasparenti, per vedere le espressioni dei bambini, penso ai più piccoli, l’importante è che abbiano un dispositivo di protezione”.

Infine, la ministra ha annunciato anche che “giovedì ci sarà un tavolo a Palazzo Chigi, con il premier Conte, con il mio ministero, gli enti locali, un rappresentante delle famiglie, uno degli studenti, poi scuole paritarie, sindacati, disabili. Tutti insieme contribuiremo a trovare le risposte perché parliamo di misure che riguardano 30 milioni di italiani”.