Continua la protesta contro il caro gasolio nelle marinerie siciliane per il caro gasolio che grava anche sui lavoratori, penalizzati a causa di un sistema di retribuzione cosiddetto ‘alla parte’, con una parte fissa e una variabile. Ora arriva una interrogazione al Governo nazionale presentata dal Movimento 5 Stelle.
La richiesta di Vincenzo Maurizio Santangelo
“Ho depositato un’interrogazione al Ministro delle politiche agricole per chiedere interventi straordinari contro il caro gasolio nel settore ittico”, dice il senatore del MoVimento 5 Stelle, Vincenzo Maurizio Santangelo. “Da marzo, salvo qualche lieve flessione, il costo del carburante per i pescherecci è quasi raddoppiato con la conseguenza che i pescherecci oggi sono costretti a navigare in perdita o a tagliare il numero delle loro uscite”.
Il caro gasolio costa 200 milioni
Secondo le stime, il caro gasolio è costato ai pescatori italiani 200 milioni di euro di mancato fatturato con una perdita di profitto lordo nel 2022 di circa il 28% rispetto al 2019 e 2020. “Insostenibili – dice Santangelo – sono anche le ricadute di questi aumenti destinate a ripercuotersi sul consumatore finale determinando una scarsa disponibilità dei prodotti italiani e aumenti fino al 30% nei supermercati e nei ristoranti. Le misure finora adottate non possono ritenersi sufficienti. Servono interventi strutturali per scongiurare la crisi della filiera e di migliaia di imprese ittiche italiane”.
La denuncia dei sindacati
La protesta è stata rimarcata anche da Tonino Russo, segretario generale della Flai Cgil Sicilia. A gravare “sono i costi del carburante – rileva Russo – che pesano dunque anche su di loro e sul loro guadagno”. Il segretario della Flai ricorda che gli ammortizzatori sociali per il settore “benchè previsti per legge non sono ancora attuati. Le due cose – sottolinea il segretario della Flai-unite al fatto che il fermo pesca per il 2021 non è stato ancora erogato, sta mettendo in ginocchio la categoria”. Le associazioni di categoria e i sindacati hanno inviato una piattaforma di richieste al Governo ottenendo l’apertura di un tavolo nazionale di crisi presso il Ministero competente.
Le richieste: indennizzi per il caro energia
Tra le richieste quella che il governo italiano perori l’inserimento delle marinerie del Mediterraneo tra i settori costretti al “fermo bellico”. Il settore attende inoltre gli indennizzi per il caro energia e l’approvazione dell’emendamento per l’estensione anche al secondo trimestre 2022 del credito d’imposta e in materia di welfare norme per la piena esigibilità della cassa integrazione. Le parti chiedono anche la proroga delle scadenze fiscali, uno strumento di sostegno al reddito per i lavoratori e l’erogazione immediata del fermo pesca 2021. “L’auspicio – dice Russo – è che tutte le richieste vengano accolte, dando al settore una boccata di ossigeno”.
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