Oggi o domani l’Assemblea regionale siciliana darà vita, finalmente, all’ultima versione della Riforma delle Province, si spera quella definitiva. Con essa nasceranno veramente i liberi Consorzi di Comuni e soprattutto le città metropolitane e cambierà il sistema di elezione dei sindaci di queste ‘città allargate’.
Il nuovo sistema porterà, probabilmente, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, verso l’elezione a sindaco della città metropolitana entro la fine dell’anno. Il primo cittadino di Palermo, a breve, si potrà trovare a ricoprire ben tre cariche di rilievo allo stesso tempo: oltre a sedere sulla poltrona di Palazzo delle Aquile e a ricoprire l’incarico di presidente dell’Anci Sicilia che riunisce i comuni siciliani, si ritroverà anche ad essere sindaco metropolitano gestendo un potere non indifferente.
Una situazione che rischia di cambiare radicalmente il peso specifico in vista delle elezioni alla presidenza della Regione nel 2017. Per questo Orlando si starebbe muovendo già da tempo ed avrebbe trovato, adesso, la giusta sponda nell’ex segretario regionale del Pd ed attuale vice presidente dell’Ars Giuseppe Lupo. Il rappresentante dell’Area Dem sarebbe pronto a spalleggiare la candidatura di Orlando con il quale ha sempre intrattenuto buoni rapporti. In questo modo l’attuale sindaco di Palermo, dalle cui labbra pendono la maggioranza dei sindaci siciliani, avrebbe messo insieme una coalizione di tutto rispetto con tutta la sinistra extra Pd ed interna al Pd, con l’Area Dem, il suo Mov 139 e il ‘partito dei sindaci’ oltre ad un peso specifico amministrativo di tutto rispetto.
“Sosterrò senza dubbio il candidato che sceglierà il Partito democratico – dice Giuseppe Lupo a BlogSicilia – smentisco di star lavorando a qualsiasi ipotesi di candidatura per le regionali. Svolgo il ruolo di vice presidente dell’Ars che è una impegnativa attività istituzionale. da ex segretario posso solo dire che per le scelte politiche ci sono organi preposti”.
Lungo la strada che porta alle regionali, però, ci sono anche tante amministrative. Lupo non ne parla ma una gola profonda rivela appetiti anche per il Comune di Palermo. Voci tutte da confermare, naturalmente.
Tornando alla Regione bisogna anche ricordare come non sia impossibile che su questa posizione (Orlando candidato), nonostante pregresse tensioni, possa venire anche Cracolici e la sua corrente che rispetto all’area renziana del Pd si trova in minoranza e che preferirebbe certamente Orlando a Davide Faraone e un alleato come Lupo piuttosto che come i renziani e i loro amici extra Pd come Cardinale, Lentini, Lo Giudice. Per completare l’asse dovrebbe solo convincere Enzo Bianco ad appoggiarlo e se così fosse il passaggio successivo sarebbe obbligato: anche il Pd non potrebbe discostarsi troppo dal sostegno.
Ma se a sinistra c’è chi lavora per una simile candidatura che sottrarrebbe alleati anche a Crocetta che si ricandiderà comunque e vorrebbe farlo mettendo in campo una sorta di nuova versione del Megafono, dall’altra parte non si sta con le mani in mano.
Una eventuale simile candidatura orlandiana farebbe sfumare le velleità anche di tanti personaggi di Ncd e di Sicilia Futura e Pse (ex Megafono). Uomini come l’ex ministro Cardinale, da un po’ di tempo impegnato in una sorta di ricostituzione della margherita o comunque di un ‘centro mobile’ potrebbero riconfluire al centro, riunirsi con Udc e Ncd e tornare a riformare con Forza Italia quel Centro destra che sembra morto e sepolto.
Il collante della coalizione potrebbe essere la candidatura a governatore della Regione addirittura dell’ex presidente del Senato Renato Schifani. Per chiudere un simile accordo, che ad oggi sembra incredibile, sarebbero in corso pressioni sull’ex Presidente della Regione Totò Cuffaro, scarcerato a dicembre scorso dopo aver scontato una pena per favoreggiamento e da subito nuovamente balzato agli onori delle cronache per la presentazione di libri suoi e su di lui e per le dichiarazioni che hanno agitato il centro sinistra.
Lui in politica non vuole tornare, lo ha detto e ripetuto numerose volte ma gli animatori di questo percorso vogliono fare pressione proprio su di lui perché sponsorizzi proprio Schifani, condizione questa che farebbe assumere un altro peso politico alla candidatura.
Un sondaggio commissionato a destra ma del quale non si vuole, al momento, dare conto pubblicamente avrebbe confermato che un candidato come Schifani se appoggiato da una indicazione di voto di Cuffaro sarebbe, partirebbe, solo per questo motivo da un consenso del 20%.
“Sapere di essere al centro dei pensieri di tanti amici mi lusinga – dice Cuffaro a BlogSicilia – ma francamente che io possa spostare il 20% dei voti mi sembra davvero una grande esagerazione. Confermo che tanti amici mi sono venuti a trovare in queste settimane ma confermo anche di non avere nessuna intenzione di tornare in politica. Al contrario probabilmente anticiperò di un paio di settimane la mia partenza per l’Africa già prevista per la fine di maggio. Andrò ad impegnarmi per organizzare un ospedale in Burundi cercando di dare una mano”.
Sulla ricostruzione di un centro destra in Sicilia Cuffaro è abbastanza chiaro: “Non posso negare di essere un democristiano convinto e la rinascita di un partito di centro non può che trovarmi d’accordo. Se questo avverrà il nuovo partito centrista avrà il mio voto, ma solo quello”.
Naturalmente una simile scelta solleticherebbe altri ‘appetiti’ per la candidatura a sindaco di Palermo. E fra questi un pensierino potrebbe farcelo anche Totò Cordaro al quale Saverio Romano potrebbe lasciare campo volentieri. Ma questa è tutta un’altra storia.
Scenari, dunque, che cambiano in virtù del cambiare delle posizioni ‘amministrative’. Una modifica radicale di quanto fino a ieri detto e pensato nelle segrete stanze dei bottoni. stanze dove le strategie, in questa fase, cambiano a ogni soffio di vento politico e amministrativo.
Oggi, intanto, tocca anche alle proteste. Nel pomeriggio siciliani auto organizzati in piazza contro Crocetta (leggi qui) ma anche marcia dei Forconi da Catania a Palermo (leggi qui) mentre in mattinata protesta contro Orlando e le sue Ztl a Palazzo delle Aquile (leggi qui) mentre c’era perfino una quarta protesta organizzata dai dipendenti delle nove province ma che non è stata autorizzata dalla questura perchè tre manifestazioni di piazza a Pa,lermo sono già troppe in un solo giorno
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