“Le elezioni siciliane sono il ponte verso l’Italia. Se io attraverso il ponte, entro in Italia”. Questo l’obiettivo di Vittorio Sgarbi, candidato alla Regione Siciliana con il suo movimento Rinascimento, intervistato dal Corriere della Sera.

“Valgo più di Alfano, Salvini, Meloni e Crocetta. Se faccio il 3% in Sicilia vuol dire che il dato avrà valore nazionale”,
afferma.

Su eventuali trattative con il centrodestra per un assessorato, Sgarbi rivela: “Gianfranco Micciché ha adombrato il mio ritiro in cambio dell’assessorato alla Cultura. Musumeci mi ha proposto una delegazione parlamentare. Ma se tu hai davanti
Ludovico Ariosto non lo puoi nascondere dietro Aldo Nove. È come se Andreotti avesse fatto il vice premier di Almirante. Scherziamo? La solitudine è il mio orgoglio”.

Totò Cuffaro, aggiunge, “mi ha chiamato e mi ha detto: ‘Se tu mi chiedi i miei voti, io te li do’. Non riceverò il suo voto ma quello del suo elettorato che è costituto da persone oneste. L’elettorato centrista, figlio di Luigi Sturzo e Giuseppe
Alessi, sceglierà Sgarbi”.

Nella sua squadra ci saranno “Bruno Contrada alla Legalità, Mori alla Sicurezza, Valerio Massimo Manfredi alla Cultura”. E se Rinascimento dovesse entrare all’Assemblea regionale, Sgarbi non avrebbe problemi a sostenere il vincitore: “Al momento la partita è a due: o Musumeci, o il geometra Cancelleri. Non ho alcun problema a mettermi o con Musumeci o con Grillo”.