l'Italia si ferma per protestare contro la gestione dell'emergenza

Si fermano sanità, trasporti e servizi pubblici anche in Sicilia, in sciopero in oltre 100 mila

E’ il giorno dello sciopero generaledella Pubblica amministrazione . Oggi anche in Sicilia  si ferma la pubblica amministrazione. I dipendenti pubblici di tutta Italia chiedono una riforma sostanziale e si astengono dal lavoro. A Palermo appuntamento dalle 10 alle 13 davanti alla Prefettura in via Cavour

Lo sciopero del pubblico impiego di è, dunque, confermato in tutta Italia. I sindacati, che hanno lanciato lo slogan “Rinnoviamo la PA”, chiedono al governo più sicurezza, assunzioni e contratti per rinnovare la pubblica amministrazione, fortemente provata dalla gestione della terribile emergenza sanitaria che il Paese sta vivendo.

In tutta la Sicilia, coinvolti ben oltre 100 mila lavoratori. A Palermo l’appuntamento per il sit in di protesta organizzato da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa è previsto dalle 10 alle 13 in via Cavour, davanti alla Prefettura.

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Lo sciopero nazionale riguarda i comparti e delle aree pubbliche di sanità, trasporti, funzioni centrali e funzioni locali coinvolgerà anche i lavoratori che non potranno scendere in piazza: negli uffici, durante i turni di lavoro, tutti coloro i quali vorranno segnalare la loro adesione alla protesta potranno indossare uno degli adesivi forniti dai sindacati della Funzione pubblica.

Lunedì si era provato ad evitare lo sciopero ma la convocazione del ministro della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone per domani giovedì 10 dicembre è stata considerata “tardiva” e lo sciopero del 9 dicembre confermato.

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Lo hanno ribadito i sindacati dei lavoratori pubblici dopo la lettera aperta di ieri del ministro. “Se voleva evitare lo sciopero – spiegano alla Fp-Cgil – ci chiamava prima e non per parlare solo di contratto ma anche di assunzioni e sicurezza. È la dimostrazione che non
ha un’idea degli investimenti complessivi sul lavoro pubblico e
risposte per le emergenze”.

I sindacati informano che saranno, comunque, garantiti i servizi essenziali sopratutto in settori delicati come la sanità

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