Sciopero del pubblico impiego in tutta Italia sotto lo slogan lanciato dai sindacati,”Rinnoviamo la PA”, che chiedono al governo più sicurezza, assunzioni e contratti per rinnovare la pubblica amministrazione, fortemente provata dalla gestione della terribile emergenza sanitaria che il Paese sta vivendo.

In tutta la Sicilia, coinvolti oltre 100 mila lavoratori.

A Palermo l’appuntamento per il sit in di protesta organizzato da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa è stato dalle 10 alle 13 in via Cavour, davanti alla Prefettura.

Presidi sono stati organizzati, sempre nello stesso arco orario, in tutti i capoluoghi di provincia dell’Isola, davanti alle prefetture. Lo sciopero nazionale dei comparti e delle aree pubbliche di sanità, trasporti, funzioni centrali e funzioni locali ha coinvolto anche i lavoratori che non hanno potuto scendere in piazza: negli uffici, durante i turni di lavoro, tutti coloro i quali hanno voluto segnalare la loro adesione alla protesta hanno indossato uno degli adesivi forniti dai sindacati della Funzione pubblica, fanno sapere i sindacati.

La mobilitazione ha avuto luogo anche a Messina.
Antonino Alibrandi, segretario generale Cisl Messina, spiega: “La nostra presenza qui oggi è finalizzata a far capire al Governo che c’è la necessità di un confronto nazionale e non di un incontro convocato dalla ministra per la giornata di domani. Lo sciopero di oggi non è finalizzato esclusivamente al rinnovo del contratto, che in questa partita della pubblica amministrazione è la parte minore. Abbiamo necessità di garantire sicurezza ai lavoratori, stabilizzazione, assunzioni, regolamentare lo smart working e quindi garantire anche la dignità dei lavoratori pubblici che hanno a loro volta garantito i servizi anche nel periodo di lockdown.
I lavoratori pubblici non sono i super eroi quando debbono essere garanti di pubblicità da parte della politica e poi essere attaccati dalla stessa politica dicendo che sono nullafacenti o privilegiati.
I lavoratori della pubblica amministrazione devono essere rivalorizzati e riqualificati e la pubblica amministrazione, in generale, deve essere messa a sistema.
Il lockdown ha fatto emergere tutti i problemi della pubblica amministrazione, non in termini del personale, ma in termini di strutture e di sistema che ovviamente è il momento di ammodernare e rinnovare“.

Gli fa eco Giovanna Bicchieri, responsabile organizzativa Cisl Fp Messina.
Dichiara Bicchieri: “E’ un momento di forte protesta per tutti i lavoratori d’Italia. Finalmente siamo scesi in piazza. C’è la necessità di ammodernare la pubblica amministrazione tutta e la sanità e di rivedere il Recovery Fund, ovvero la possibilità di investire i fondi europei secondo dei progetti che siano finalmente atti al rinnovo della pubblica amministrazione in senso generale e soprattutto di coloro i quali sono stati lavoratori in trincea.
Non scioperiamo soltanto ed esclusivamente per i lavoratori della pubblica amministrazione, scioperiamo soprattutto perché dobbiamo rendere i servizi pubblici ancora più concorrenziali.
Anche coloro che sono i lavoratori delle somministrate stanno scioperando con noi oggi proprio per acquisire diritti e doveri.
Abbiamo una manovra finanziaria che assolutamente non ci consente di tutelare i lavoratori della pubblica amministrazione che, ribadiamo, devono dare servizi pubblici: nelle scuole, nella sanità, nella difesa, nella giustizia, in tutti gli enti delle funzioni centrali”.

“Le manifestazioni in corso oggi in Sicilia, dei lavoratori forestali e del pubblico impiego, segnalano esigenze ormai indifferibili e sollecitano la politica a intervenire: le riforme per dare efficienza ed efficacia ai due comparti , anche con nuove assunzioni, e il rinnovo dei contratti di lavoro”: lo dice Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, che partecipa oggi a Palermo alle iniziative di protesta dei forestali e dei lavoratori pubblici, quest’ultima mobilitazione a carattere nazionale.

La riforma del settore forestale– afferma Mannino- deve avere l’obiettivo della tutela del nostro patrimonio ambientale e naturalistico assicurando per questa via la stabilità del lavoro. Per i forestali chiediamo anche il
rispetto dei diritti contrattuali a partire da quello di ricevere puntualmente la retribuzione, cosa che ora non accade”.

“Per quanto riguarda i comparti pubblici – aggiunge- alla base della protesta c’è il rinnovo dei contratti , ma anche nuove assunzioni e riforme. Per l’amministrazione regionale – specifica- la riforma deve avere gli
obiettivi dell’efficacia e dell’efficienza della macchina amministrativa, fondamentali ai fini dello sviluppo. Riteniamo anche necessaria una rigenerazione della pubblica amministrazione – aggiunge -, ma anche del comparto forestale, con nuove assunzioni che apportino nuove competenze e scongiurino che un’intera generazione venga tagliata fuori da questi importanti comparti”.

“Respingiamo al mittente le accuse di chi ha etichettato questa giornata come ‘inopportuna’ in quanto non siamo qui a protestare per stipendi più alti ma per chiedere al governo un impegno importante e straordinario, in questa difficile fase, per rilanciare davvero la pubblica amministrazione”, dicono i segretari generali regionali fi Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Gaetano Agliozzo, Paolo Montera ed Enzo Tango.

Slogan della manifestazione “Rinnoviamo la PA”: “Servono maggiori risorse per rinnovare davvero e concretamente una pubblica amministrazione vecchia, obsoleta, non digitalizzata. In parole povere, inadatta a svolgere il ruolo che le compete per il rilancio del Paese e per gestire le prossime sfide, come il Recovery Fund e Next Generation”.

A Palermo, i rappresentanti dei lavoratori, invitati all’interno della Prefettura, hanno spiegato le motivazioni della protesta e consegnato alcuni documenti utili per comprenderne l’importanza, tra cui anche una lettera rivolta a tutti i parlamentari per sensibilizzarli sul tema in vista della discussione della prossima Legge di Bilancio.

In Sicilia, i lavoratori potenzialmente coinvolti erano più di 100 mila (statali, regionali, operatori sanitari, etc…), ma è difficile quantificare l’adesione reale allo sciopero. “La percentuale è altissima, ma difficile da indicare con esattezza perché – spiegano i sindacati – moltissimi dipendenti pubblici hanno aderito alla protesta indossando restando al lavoro ma indossando un adesivo sui vestiti e sulle divise con su scritto ‘Non mi fermo ma protesto’. Questo per garantire anche oggi ai cittadini i servizi essenziali. Una dimostrazione del grande senso di responsabilità che ci contraddistingue”.