“In Sicilia non c’è più una opposizione e  chi prova a raccontare quel che non funziona, a fare proposte, a mettere in scena proteste, viene tacitato. La stampa non gli da spazio. E’ come se la Regione sia stata anestetizzata”.

Davide Faraone, deputato siciliano e capogruppo di Italia Viva alla Camera, si infervora. Non trova spazio per le sue proteste e arriva a minacciare, goliardicamente, anche i giornali che se lo pubblicano non danno evidenza alle sue proteste. Così, per evitare la minaccia di presentarsi nudo in redazione, BlogSicilia ha deciso di ospitarlo in una punta di TalkSicilia. Goliardiche minacce a parte si tratta solo di un’altra tappa del viaggio fra i siciliani al governo, al Parlamento regionale o ai due rami della Camera

Una Regione anestetizzata

Faraone, nessuno la ascolta?

“Assolutamente sì nel senso che è difficile, complicatissimo in questa Regione riuscire a far passare l’informazione di chi si oppone al Marchese del Grillo (Schifani ndr) perché noi abbiamo un Presidente della Regione che è soltanto un trombone” esordisce un po’ sopra le righe l’esponente di Italia Viva.

“Questo perché come qualità di governo non si riesce a portare a casa nulla ma c’è la pretesa di azzerare ogni opposizione. Una parte è stata comprata come nel caso di tutti i candidati presidenti di Regione che gli avevano c orso contro e adesso sono con lui (Chinnici, Armao, Cateno De Luca ndr). Gente che, senza dimettersi, va a rinfoltire le schiere la maggioranza”.

“A voi sembra normale che uno che si è candidato contro Schifani, che gli ha detto di tutto, da banda Bassotti a quasi mafioso, ora cambia radicalmente. Io non mi sono mai permesso di insultare un avversario politico così come ha fatto lui (il riferimento di faraone è a Cateno de Luca ndr) e poi passa armi e bagagli in maggioranza essendo stato mandato dai siciliani in Assemblea regionale per fare l’opposizione”.

A dire il vero Cateno De Luca ospite di questi studi ci ha detto appena qualche giorno fa che si è trattato di un percorso di maturazione ma resta all’opposizione.

“Ma quale maturazione? Io invito i cittadini a valutare i comportamenti di uno che si è candidato a presidente della Regione insultando Schifani e ora passa alla maggioranza senza dimettersi. Può maturare tutto quello che vuole. Si dimetta dall’Assemblea regionale, si prende una fase di decantazione e poi ce lo ritroveremo al governo. Io rimarrò comunque meravigliato, ma almeno avrà fatto un percorso di dignità”.

“Io credo che sia un atteggiamento vergognoso, ma c’è un clima in questa regione disarmante che è inversamente proporzionale alla qualità del governo. Perché se ci fosse un presidente della Regione che sta governando bene, allora l’appiattimento delle forze politiche, l’appiattimento del sistema dell’ informazione, lo capirei perché è talmente bravo, così oggettivamente bravo che non si può parlarne che bene e non si può che stare con lui. Ma noi abbiamo un Presidente della Regione che è un disastro: commissario per la Palermo – Catania e sull’autostrada si moltiplicano i cantieri anziché chiuderli. Commissario per le Province (Perchè li nomina tutti lui) e stiamo rasentando il ridicolo. Commissario per i termovalorizzatori  ed è lui la causa del ritardo di almeno tre anni sulla  realizzazione perché ricordo che Musumeci, nel suo disastro, aveva comunque avviato un project financing che è stato azzerato per ricominciare da zero. Se ne parla nel 2028, e vedremo se sarà vero. Sulla crisi idrica non ne parliamo;  la sanità commissariata e c’è il disastro. Non c’è un pronto soccorso in una condizione dignitosa, con una rotazione di infermieri e medici che se ne vanno via. Lasciano posti scoperti perché si lavora in maniera pessima in Sicilia”.

Opposizione forse troppo sopra le righe

Insomma per Faraone non funziona nulla, Ma è possibile che la sua opposizione sia un po’ troppo urlata, troppo sopra le righe?

“Ma sicuro che è sopra le righe. Ma questo tono è figlio del sistema di informazione che non funziona. Perché se io avessi convocato una conferenza stampa e avessi detto bisogna realizzare un ambito territoriale unico sul bacino idrico siciliano, bisogna affidare a un unico soggetto industriale il servizio idrico con una tariffa unica e con investimenti sulle infrastrutture, rete fognaria, rete idrica, acque reflue e così via, il primo lei non avrebbe partecipato alla conferenza stampa e non avrebbe ripreso un rigo della proposta nostra per riformare il sistema idrico in Sicilia è per realizzare infrastrutture, dighe, far funzionare i dissalatori e quant’altro. Se invece mi presento davanti Palazzo d’Orléans in accappatoio, tutti i giornali finalmente ne parlano. Solo così si è riusciti a far passare la protesta”.

La proposta

Faraone, visto che non funziona nulla e voi avete delle idee passiamo allora alla proposta

“Facciamo un esempio, parliamo di termovalorizzatori. Io sono sempre stato favorevole ai termovalorizzatori. Il problema è che c’era un project financing di Musumeci e secondo me un presidente della Regione, per non perdere altri anni, doveva semplicemente riprendere quel progetto lì. Saremmo già con il soggetto attuatore e magari coi lavori avviati. Perché tre anni fa si è insediato?”

Si ma la proposta?

“Ci arrivo. Se proprio Schifani voleva fare tutta da zero poteva approfittare della mia proposta, del mio intervento. Al suo primo anno da Presidente io ho presentato un emendamento alla legge di bilancio (nazionale ndr) in cui prevedevo l’applicazione del “metodo Roma” quindi commissario e subito i lavori. Allora ricordo di avere ricevuto una chiamata da Schifani per il quale questa era una sorta di lesa maestà perché avevo presentato un emendamento che se fosse stato approvato (e dice esattamente quello che poi si è fatto tre anni dopo) sarebbe partito subito il percorso del commissariamento come fatto con Gualtieri su Roma”.

“Se si fosse fatto allora noi avremmo guadagnato tre anni e anziché nel 2028, come lui dice, saremmo partiti con i termovalorizzatori funzionanti nel 2025, quindi quest’anno. Vi rendete conto che noi siamo nelle mani di nessuno”.

Agrigento Capitale della Cultura

“Vogliamo parlare di Agrigento Capitale della Cultura? E’ diventata una sorta di vergogna d’Italia. Lo sapevamo da tre anni che sarebbe stata capitale della Cultura nel m2025. Volevamo aspettare l’ufficialità, ok, ma sono comunque quasi due anni. Quando arriva Schifani ad accorgersi che non c’è nulla? Due giorni prima che arrivi Mattarella e devono asfaltare la strada di corsa otturando pur ei tombini. Ma questa è programmazione, è governo del territorio?”

Emergenza idrica

“Sulla vicenda dell’emergenza idrica la Sicilia è in stato di crisi da un anno prima di quella dell’estate scorsa. Cosa ti aspetti dal Governo? Che avvii subito la fase di ricorso ai dissalatori. Invece no, ci stiamo pensando solo ora. Arriviamo all’estate successiva e praticamente ci ritroviamo a dover cercare i pozzi e ad avviare le gare per il dissalatori. Fra l’altro  questi dissalatori di cui si sta parlando non sono quelli che erano previsti a Porto Empedocle, Trapani e Gela che erano stati pensati con una portata di 600/700 litri secondo. Qui stiamo parlando di scatole mobili che fanno circa 100 litri/secondo, quindi assolutamente insufficienti”.

“E tutta una fandonia se non si va ad agire sul sistema e cioè fin quando la gestione del servizio idrico. Se si mantiene il sistema affidato su ambiti legati alle province non si esce da questa crisi.

Non sarà Schifani il candidato nel 2027

Beh Faraone, lei non è neanche all’Ars quindi la sua opposizione è extraparlamentare. Non è che tutto questo è figlio della voglia di candidarsi a Presidente della Regione nel 2027?

“Guardi questo è l’ultimo dei problemi nel senso che io credo che occorra costruire l’alternativa a Schifani. Che poi il candidato nel 2027 non sarà Schifani. Vedrete che sarà trombato da Galvagno. D’altronde non è un caso che Galvagno gli porta De Luca. Sarà proprio lui il “cavallo di Troia”. Al momento giusto vedrete che De Luca dirà che Schifani non va bene e quindi candidiamo l’uomo di La Russa qui in Sicilia. E’ questo quello che si verificherà nei prossimi mesi”.

Faraone prepara la sua candidatura nel 2027

“Detto questo il tema è che bisogna costruire un’alternativa alla prossima candidatura a Presidente della Regione e per farlo bisogna mettersi insieme. L’opposizione se avrà voglia di fare una gara vera e non si accontenterà del suo 40% allora io ci sono e ci sarò per costruire una coalizione alternativa a Galvagno. Se invece l’opposizione vorrà fare la solita pastetta per sostanzialmente garantirsi la sopravvivenza, quel 40% assegnatogli dalla legge elettorale, a quel punto sarà liberi tutti e ognuno che vorrà candidarsi si candiderà per superare lo sbarramento del 5%. Io spero nell’opzione uno, tutti insieme. Se l’opzione uno sì  completerà, noi ci saremo e potremo sconfiggere una classe dirigente che sta devastando la Sicilia”

La video intervista integrale

Nel corso della video intervista integrale faraone parla anche di molto altro: eccola per intero