Arrivano nuovi esperti alla Regione siciliana per gestire i progetti del PNRR ed evitare di perdere risorse. Almeno questo lo scopo finale. la Sicilia corre ai ripari rispetto alle mancanze del passato che troppo spesso hanno comportato proprio la perdita di risorse importanti.
36 nuovi esperti si aggiungo agli 83 già arrivati
Il Piano territoriale per la semplificazione delle procedure complesse e la riduzione dei tempi dei procedimenti potrà contare su 36 nuovi esperti del Pnrr che si aggiungono agli 83 già selezionati nel 2021 dalla Regione Siciliana. Lo ha deciso il governo Schifani, apprezzando la proposta dell’assessore regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica, Andrea Messina. Via libera, quindi, alle modifiche al Piano territoriale per il conferimento di incarichi di collaborazione autorizzato dal dipartimento nazionale della Funzione pubblica.
Sarà pubblicato apposito avviso
Il reclutamento dei nuovi tecnici, che collaboreranno con gli uffici nei quali in questi mesi sono emerse le maggiori criticità, prenderà avvio con la pubblicazione di un apposito avviso a cura del dipartimento nazionale della Funzione pubblica, cui compete l’elaborazione delle liste dei candidati ammissibili sui quali sarà la Regione a effettuare la selezione.
“Questi ulteriori esperti – sottolinea l’assessore Messina – daranno un prezioso contributo nella riduzione delle criticità che oggi ritardano la valutazione dei progetti più complessi. I 36 tecnici opereranno all’Autorità di Bacino nell’ambito delle autorizzazioni ambientali e all’Autorità regionale di innovazione tecnologica (Arit) che si occupa, peraltro, proprio dell’informatizzazione delle procedure del Piano”.
Stretta ai criteri di selezione
La giunta ha anche accolto le proposte dell’assessore Messina circa l’integrazione delle commissioni di esame che dovranno prevedere anche l’inserimento dei dirigenti generali dei dipartimenti interessati e, dove prevista la figura di legali, anche di un avvocato dell’Ufficio legislativo e legale. Una stretta anche ai criteri di selezione che saranno ancora più rigorosi proprio per garantire la massima competenza.
A rischio i fondi per le aree interne
Intanto si registra un allarme dei sindaci sul rischio di perdere i fondi destinati alle aree interne della Sicilia. Meno della metà dei progetti da realizzare con i fondi europei (Fesr) della programmazione 2014 2020 per rilanciare le aree interne della Sicilia sono stati finanziati (92 su 211), e parecchie decine di milioni di euro rischiano di andare persi, a meno che i progetti relativi non ancora finanziati non vengano messi in salvaguardia. Per questo è risuonato all’Ars il grido di allarme dei sindaci della aree interne siciliane, convocati dal presidente della Commissione Ue di Palazzo dei Normanni, Luigi Sunseri, per fare il punto sullo stato d’attuazione dei progetti e sulle iniziative da mettere in campo per salvare il maggior numero dei progetti possibile.
All’incontro erano presenti, oltre a Sunseri e a numerosissimi sindaci in rappresentanza delle aree delle Madonie, Calatino, Sicani, Nebrodi e Simeto, l’assessore all’economia Marco Falcone, il direttore del dipartimento generale alla programmazione, Vincenzo Falgares, il dirigente della certificazione Maria Concetta Antinoro, i deputati della commissione Ue Nicolò Catania, Cristina Ciminnisi e Martina Ardizzone e altri deputati regionali.
Falcone assicura interventi
“Le preoccupazioni manifestate dai sindaci sono comprensibili, ma intendiamo rassicurare ancora tutti: non un solo euro destinato allo sviluppo delle Aree interne della Sicilia andrà perduto. Il governo Schifani, infatti, è pronto a mettere in campo le opportune soluzioni per riproteggere i progetti della programmazione 2014-20. Già domani terremo un tavolo tecnico in assessorato con sindaci e rappresentanti delle Aree Snai per la salvaguardia degli interventi” dice l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone rassicurando attenzione ai progetti inclusi nella Strategia nazionale per le Aree interne (Snai) della Sicilia: Terre Sicane, Calatino, Nebrodi, Madonie e Simeto-Etna.
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