La Sicilia è una delle Regioni maggiormente a rischio fenomeno usura. Un fenomeno legato al sistema mafioso, come dimostrato dalle indagini di Polizia Giudiziaria e Magistratura. Nonostante ciò, i fondi della Commissione per la gestione del fondo di prevenzione dell’usura che arrivano in Sicilia e che sono realmente impegnati sono assolutamente irrisori sia rispetto alle dimensioni del fenomeno, sia in proporzione alle altre regioni, sia in valore assoluto. È l’allarme di Confimprese Sicilia che ha chiesto al ministro Lamorgese un incontro per affrontare il tema e all’assessore Turano di convocare i Consorzi di Garanzia che operano in Sicilia affinchè si attivino nell’utilizzo dei fondi Antiusura.
I numeri in Sicilia
“Dalla nostra analisi – dice il coordinatore regionale – riscontriamo che il limite nell’utilizzo del sistema in vigore è legato al fatto che, nonostante il sufficiente numero di Consorzi di Garanzia accreditati in Sicilia, soltanto uno di questi opera e che le fondazioni che operano in Sicilia sono soltanto due. Vista la natura della nostra organizzazione abbiamo concentrato la nostra attenzione sulle imprese.
Importi insufficienti sull’isola
Secondo Confimprese Sicilia, in Sicilia, l’Importo deliberato per l’anno 2021 dalla Commissione per la gestione del fondo di prevenzione dell’usura e per l’assegnazione dei Contributi” è stato pari ad 185.025,20 euro assegnato al Consorzio di garanzia COMMERFIDI con sede a Ragusa a questi vanno aggiunti 51.778,30 euro di ripartizione dei “residui 2020”. Un importo che sembra insufficiente a sostenere ogni misura di prevenzione del fenomeno dell’usura. “È evidente – dice indatti Giovanni Felice – che esiste una concausa tra le due questioni e che anche rimpinguando il fondo nazionale, il risultato finale per la Sicilia non cambierebbe, tranne che non si interviene sulle modalità di erogazione. Bisogna avviare una azione di “persuasione” nei confronti dei Consorzi di Garanzia accreditati nel territorio della Regione Sicilia a operare sui fondi antiusura, rimuovere le cause ostative che incontrano i consorzi a operare su questa misura, ma se questa situazione non cambiasse, vanno trovate modalità d’intervento sostitutive quali ad esempio la costituzione di un fondo di rotazione destinato a microimprese che pur essendo in attività e avendo uno storico, non risultano bancabili”.
Situazione economica in Sicilia gravissima
Come denuncia, Confimprese Sicilia, la situazione economica in Sicilia è gravissima ed è a rischio la tenuta sociale. La situazione occupazionale nel territorio, la fragilità del sistema imprenditoriale in genere e della microimpresa in particolare, i fenomeni di abusivismo commerciale che fungono da welfare, sono stati messi a dura prova dalla pandemia e dalla stagnazione dei consumi derivanti dall’aumento dei prezzi di prima necessità. Il ricorso al mercato parallelo del credito è oramai prassi ed ha diffusione molto elevata, non intervenire significa regalare territorio, manovalanza, e consenso alla criminalità organizzata. Per questo, “è necessario intervenire e bisogna farlo subito – secondo il coordinatore di Confimprese -è necessario una azione comune tra Stato Centrale e Regione per trovare risorse da destinare alla prevenzione di tale fenomeno, e non parlo di convegni sebbene siano importanti, ma di interventi destinati ad imprese e famiglie”.
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