Ancora polemiche

Sicilia zona arancione, La Lega, “Ministro Speranza non aveva potere di istituirla”

Ancora polemiche sull’istituzione della zona arancione in Sicilia quando già il provvedimento è entrato in vigore. Oggi scatta infatti sull’Isola la tanto discussa zona arancione che prevede ulteriori limitazioni in materia di contenimento dell’epidemia da Covid-19.

E’ la Lega che torna a polemizzare contro il ministro Speranza per la decisone di inserire la Sicilia ta le regioni a più alto rischio. “La classificazione delle regioni nella fascia rossa o arancione non può essere demandata ad un’ordinanza del Ministro della Salute: ci vuole un atto con forza di legge per attribuire tale potere a qualsiasi organo istituzionale”. Lo affermano in una nota congiunta l’europarlamentare della Lega Francesca Donato e il vicesegretario regionale della Lega in Sicilia Fabio Cantarella.

“Tale considerazione – spiegano i due esponenti della Lega – deriva dal principio di legalità, fondamentale nel nostro ordinamento costituzionale, in base al quale lo stesso potere del Presidente del Consiglio di emettere i Dpcm in risposta all’emergenza Covid-19, poggia su due decreti legge. Ma il Presidente Conte non può a sua volta trasferire tale potere al Ministero della Salute, i cui poteri di ordinanza sono regolati dall’art. 32 della Legge 833/1978, e fra questi non rientra di certo il potere di stabilire in quali regioni si debbano applicare misure fortemente restrittive della libertà personale e dei diritti costituzionali fondamentali al lavoro, alla circolazione ed all’iniziativa economica, come quelli previsti nell’ultimo Dpcm”.

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Per La lega si va incontro a uno “sgretolamento del nostro impianto costituzionale e dei principi fondanti la nostra Repubblica” che “prosegue da mesi nel silenzio della politica e degli organi di garanzia, ma questo passaggio è la goccia che fa traboccare il vaso. Il Presidente Conte è titolare del potere esecutivo e non può sostituirsi al legislatore attribuendo poteri nuovi e inediti ad altri organi, che siano i Ministri o altri” concludono Donato e Cantarella.

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