Oggi è entrato in vigore il nuovo Dpcm firmato dal presidente del consiglio. La Sicilia è ufficialmente zona arancione. Chiudono bar, ristoranti, locali. Sono vietati gli spostamenti tra un comune e l’altro a meno di comprovati motivi di studio, lavoro, salute e situazioni di emergenza; queste restrizioni si aggiungeranno a tutte le regole valide per le zone verdi, come il coprifuoco alle 22.
La Sicilia è zona arancione nonostante l’andamento della curva epidemiologica ci ponga al tredicesimo posto. Nonostante, dunque, il virus in Sicilia circoli meno che in altre dodici regioni, come il Lazio e la Campania ritenute zona gialla. I criteri con cui viene stabilito se una zona può essere considerata a rischio sono circa 20. Tra questi figura l’indice RT, ovvero l’occupazione dei posti letto e la frequenza dei focolai.
“Con il nuovo Dpcm è arrivata la conferma che il sistema sanitario siciliano è al collasso. La maggior parte dei Covid Hospital dell’isola ha dichiarato di non avere più posti a disposizione dei pazienti. Gli stessi che oggi sbraitano per la scelta del governo nazionale di inserirci in zona arancione, nei mesi precedenti poco o nulla hanno fatto per rendere la rete ospedaliera pronta ad affrontare questa seconda ondata”, dichiara Giovanni Siragusa dell’Ambulatorio popolare centro storico. Il riferimento è chiaramente a Musumeci e all’assessore Razza che si sono mostrati stupiti e amareggiati dal nuovo Dpcm. “Una scelta assurda e irragionevole” – queste le parole del presidente.
Intanto resta confermato l’appuntamento di oggi pomeriggio a Piazza Verdi, alle 18, organizzato dall’Ambulatorio popolare centro storico. La giornata di mobilitazione è stata indetta dal Coordinamento “Comitati per la Salute – Sicilia” in difesa del diritto alla salute e per la sanità territoriale. La fiaccolata si svolgerà contemporaneamente in altri comuni siciliani come Partinico, Pantelleria e Leonforte. “Oggi saremo in piazza contro lo smantellamento del sistema sanitario, contro le privatizzazioni, per una sanità pubblica, efficiente e a misura di territori. Saremo in piazza anche per pretendere che Musumeci e Razza si assumano la responsabilità della precaria condizione in cui si trova la rete sanitaria e chiedano scusa ai siciliani per i sacrifici che dovranno continuare a fare a causa della loro cattiva gestione dell’emergenza”, conclude Giovanni.
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