Sono sempre più numerosi i rider in giro per le città ma restano sempre al palo i diritti di questi lavoratori anche dopo un accordo sottoscritto tra Assodelivery e alcune sigle sindacali. Nel corso della giornata di ieri, infatti, l’associazione che rappresenta aziende di consegne a domicilio e l’UGL hanno sottoscritto un patto sul primo contratto collettivo nazionale per i rider.

Ma se per Francesco Paolo Capone, segretario Ugl, si tratta di un “cambiamento epocale”, lo stesso non viene sostenuto dalle altre sigle sindacali le quali, anzi, sostengono che con il nuovo contratto si farà un deciso passo a favore delle aziende a discapito dei diritti dei lavoratori. Il contratto, infatti, non riconoscerebbe i rider come dipendenti ma come lavoratori autonomi con tutto ciò che ne consegue, quindi niente ferie pagate, niente malattia, niente compensi orari.

Insomma, il nuovo contratto sembrerebbe proprio avere le sembianze di una beffa per le migliaia di rider italiani. L’accordo è sostenuto solo dalla Ugl e sarebbe stato siglato in gran segreto a pochi giorni dalla scadenza del decreto rider. Intanto la Nidil Cgil Palermo lo contesta considerando il testo una vera e propria beffa.

“Un accordo che bocciamo nel merito e nel metodo e faremo di tutto per contrastarne l’applicazione. A Palermo sono presenti oltre 500 rider che operano nelle piattaforme e che lavorano con diverse tipologie contrattuali. Non capiamo, soprattutto per i co.co.co, questo accordo che effetti potrà avere”. Ad affermarlo è il segretario Nidil Cgil Palermo Andrea Gattuso.

“Siamo stupiti che il vice presidente di Assodelivery, Giovanni Imburgia, amministratore della palermitana Socialfood, dopo nostre ripetute richieste di incontro inviate tramite posta elettronica e Pec, dopo due scioperi e una convocazione all’ispettorato del lavoro, abbia deciso di firmare un accordo con un sindacato che non ha iscritti a Palermo mentre con noi, che abbiamo 40 iscritti con Socialfood, non abbia voluto dialogare”.

Un accordo che Cgil, Cisl e Uil bocciano su tutti i fronti. “Siamo stupiti di questa apertura dell’amministratore di Socialfood nei confronti di un sindacato così poco rappresentativo e, visto che si discute tanto di diritti, ci chiediamo come mai i lavoratori di Socialfoood, tutti collaboratori co.co.co, non abbiano mai ricevuto una busta paga e che alcuni di loro siano stati alcuni esclusi dall’attività lavorativa per presunte ritorsioni sindacali. Inoltre, chiediamo perchè Imburgia non abbia voluto riconoscere a Nidil Cgil i propri 40 iscritti, che hanno diritto di iscriversi al sindacato”.

Secondo Nidil Cgil Palermo la Ugl a Palermo, in particolare, non avrebbe alcuna rappresentanza, Assodelivery, inoltre, avrebbe deciso di firmare dopo un incontro già aperto al ministero con Cgil, Cisl Uil.