Aveva tutta la vita davanti, ma per lui non ci sarà alcun futuro. Mounir Chouaib, nato a Casablanca 18 anni fa, è morto in mare a Palermo. Lo hanno trovato ieri, dopo tre giorni di ricerche, i sommozzatori dei vigili del fuoco.

Il suo corpo era incastrato dentro una grotta sommersa dall’acqua. Il giovane si era tuffato dalla scogliera dell’Addaura all’altezza del lido Acapulco. Di lui si erano perse subito le tracce, inutile la ciambella che i suoi amici gli avevano gettato. Inutile il tuffo di una ragazza che era con lui e che ha cercato di recuperarlo.

L’ipotesi è che Mounir abbia sbattuto la schiena e non sia più riuscito a nuotare, o la testa, perdendo i sensi. Adesso sarà l’autopsia a stabilire cosa sia realmente accaduto.

Uno sventurato epilogo per la vita del giovane da poco tornato dalla Germania, dove era andato a cercare lavoro. A Palermo vivono la madre Fatima ed i fratelli, che adesso non fanno altro che piangere.

Un’imprudenza quel tuffo in mare in una giornata di vento o forse no. Come riporta il Giornale di Sicilia, dai racconti di chi era sul posto, viene fuori che Mounir si sarebbe gettato in mare per riportare a riva il cuginetto di undici anni, che stava facendo il bagno rischiando di annegare.

“Era fatto così, era generoso, ce lo hanno raccontato tutti” dice con la voce incrinata dall’emozione l’ Imam della Moschea islamica, Mustafà Abderrahmane, che ha trascorso le prime ore del mattino all’ Addaura, accanto ai familiari e a qualche amico del ragazzo morto. “Generoso, sempre pronto ad aiutare gli altri: questo era Mounir. Per lui stiamo organizzando un momento di preghiera con i fratelli della comunità cattolica italiana” spiega l’ Imam.

Gli amici di Facebook hanno organizzato per sabato alle 16,30 un minuto di silenzio in piazza Politeama.

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