Si è tenuto questa mattina a piazza Pretoria, nel rispetto delle norme anti-Covid, il sit-in delle organizzazioni sindacali del Comune di Palermo per protestare contro le scelte dell’amministrazione Orlando contenute nel bilancio di previsione 2020 in discussione in consiglio comunale.

“È ora di finirla con le bugie – dicono Ilioneo Martinez e Salvatore Sampino (Uil), Lillo Sanfratello (Cgil), Margherita Amiri e Mario Basile (Cisl) e Nicolò Scaglione (Csa-Cisal) -, i lavoratori del Comune di Palermo meritano rispetto: il sindaco destini subito le risorse assunzionali, derivate dai pensionamenti, all’aumento delle ore per tutti i part-time e alle progressioni verticali. La smettano di prendere in giro i lavoratori con fantomatiche direttive a cui nessuno crede o di rinviare scelte che invece vanno prese oggi: non accetteremo insufficienti aumenti di ore e non sono tollerabili operazioni discriminatorie tra le diverse categorie di lavoratori che danneggerebbero la città e oltre 2 mila dipendenti.”

E’ un bilancio con pochi spazi di manovra quello presentato a Sala delle Lapidi dal sindaco Leoluca Orlando, il quale ha sottolineato che si tratta di “una razionalizzazione delle spese perché tutti i servizi ai cittadini saranno garantiti”. Appostati 3,9 milioni per stabilizzare una parte dei dipendenti part-time e per poter assumere i dirigenti tecnici. I tagli toccano, ad esempio, le navette Amat, come quella interna all’ospedale Civico di Palermo, la pulizia delle caditoie, il monitoraggio delle buche e le derattizzazioni. Una scelta obbligata, considerato che vanno accantonati 20,5 milioni di euro all’anno per 15 anni, relativi alle somme che vanno messe da parte per il cosiddetto ‘fondo di dubbia esigibilità’. Soldi che si ritiene di incassare ma che potrebbero anche non entrare nelle casse comunali.

“Abbiamo sensibilizzato le forze politiche di maggioranza e di opposizione perché modifichino il bilancio, destinando ai lavoratori le risorse che spettano loro e che invece l’amministrazione ha deciso di usare da sempre per altri scopi”, concludono i sindacati in protesta.