“Occorrono misure straordinarie per fare ripartire il mondo della scuola a partire dall’aumento del personale docente che agevolerebbe un minore affollamento delle classi, quindi sicurezza con distanziamento, ed al contempo un innalzamento della qualità per la riduzione della rapporto docente/alunni. In tal senso si può innestare la problematica bei confronti dei docenti fuori sede che non otterranno il rientro tramite trasferimento”. Lo dichiara il deputato regionale Carmelo Pullara capogruppo Popolari e Autonomisti all’Ars.

“In particolare, i docenti fuori sede – scrive Pullara – hanno incrociato sul proprio cammino la tragedia del Covid19. Esiliati e immobilizzati, avendo la sede di titolarità al nord, hanno assistito al diffondersi dell’epidemia.
Prendo atto delle richieste legittime avanzate in questi giorno dal comitati e associazioni Nonsisvuotailsud, Nastrini Liberi Uniti, EsiliatiAttivi, Osservatorio Diritti Scuola ,Comitato 8000EsiliatiFaseB Gae che attraverso un comunicato stampa hanno evidenziato la situazione drammatica dei docenti fuori sede chiedendo misure straordinarie al ministro dell’Istruzione”.

Secondo i comitati e associazioni, il Ministro dell’Istruzione Azzolina non avrebbe preso in considerazione l’aspetto migratorio dei docenti proponendo la mobilità territoriale da espletare entro il prossimo 21 aprile.

“Il Ministro ha firmato in solitario e senza il consulto sindacale un contratto – continua Pullara – che poteva essere migliorato aggiustato considerando la drammaticità del momento e non tenendo in considerazione un aspetto fondamentale: l’impossibilità dei docenti esiliati e immobilizzati di far rientro nelle proprie sedi del nord,che hanno lasciato poco prima dell’esplodere in modo virulento della malattia e dopo la decisione del governo di chiudere giustamente le scuole in tutto il territorio nazionale”.

Il comitato chiede adesso di tutelare la salute e lo stato economico dei 23.000 docenti fuori sede. “Occorre un’azione forte del Ministro – conclude Pullara – e misure straordinarie nei confronti di chi non otterrà il rientro tramite trasferimento. Occorre una ricognizione di quanti più posti disponibili attingendo anche alla Quota 100.
Esprimo la mia vicinanza  ai comitati, associazioni e a tutti i 23.000 docenti fuori sede e mi farò personalmente portavoce di queste richieste fermo restando la competenza dello stato centrale sul tema”.