«Le terapie intensive sono la parte più critica dell’assistenza. Al momento la situazione non è emergenziale però potrebbe diventarlo tra 15 – 20 giorni. La situazione è seria, non è semplicissimo smistare i pazienti. Ci sono manovre che devono essere fatte per assicurare la dimissione e prendere un paziente nuovo».

Così Antonio Cascio, direttore dell’Unità Operativa Malattie Infettive del Policlinico di Palermo, ospite della seconda puntata della 16esima edizione di Casa Minutella su BlogSicilia.it.

«Stiamo facendo tutto per accelerare i turn over dei pazienti al Policlinico per ridurre il più possibile la durata del ricovero. Se sarà necessario, pur sperando che non lo sia, individuare nuove strutture e nuovi posti letto, ben venga. Sono tendenzialmente ottimista. Vooglio infondere ottimismo ma questi numeri impongono il massimo rigore», ha aggiunto il medico.

Cosa possiamo dare? «Ci sono alcune cose che possiamo fare noi – ha proseguito Cascio – altre che può fare lo Stato. Dobbiamo indossare la mascherina, lavarci spesso le mani, evitare che i figli non escano con i compagni di pomeriggio ma di tornare a casa dopo la scuola. Di fatto, il ‘pericolo’ proviene proprio dai giovani, dai 15 ai 20 anni e la didattica a disanza serve a poco se poi i ragazzi si incontrano dopo l’orario scolastico».

Poi, il dott. Cascio ha ricordato che «in ospedale siamo in un ambiente sicuro. Non ci si ammala lì ma in famiglia e la malattia da casa poi arriva nei reparti».

Infine, «quello che può fare il Comune, la Regione, lo Stato è aumentare il numero delle corse dell’autobus, investire nei controllori per rafforzare la vigilanza. Implementare i controlli, infatti, è una cosa opprtuna. Non possiamo consentire che le strade siano affollatissime di ragazzi disattenti».

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