La sanità siciliana si imbatte in un altro dei suoi proverbiali paradossi. Il nuovo caso è sollevato da un paziente, Giovanni Di Lorenzo, volto noto a Siracusa per essere il delegato del sindaco per il quartiere Neapolis, che ha raccontato la sua esperienza non certo piacevole iniziata il 29 maggio scorso quando nel corso di un controllo nel reparto di Chirurgia vascolare dell’ospedale di Siracusa ha scoperto di essere affetto da una trombosi alla vena popliteo femorale della gamba destra.

La cura per la trombosi

Come spiega lo stesso paziente, il primario lo ha sottoposto ad un trattamento per risolvere l’urgenza che ha dato i frutti sperati. Si è poi ripresentato, come da routine, per una visita di controllo ed il medico gli ha prescritto il piano sanitario. “Al posto di una eparina dal costo di €207.70 per scatola di dieci fiale, mi prescrive – racconta Di Lorenzo – un farmaco anticoagulante, in pillole, dal costo di €105 per scatola di sessanta compresse, sufficiente per un mese di cura (la terapia prescrive due compresse al giorno)”.

Insomma, una cura più economica ma poi accade quello che nessuno si sarebbe aspettato ed è lo stesso Di Lorenzo, recatosi stamane nel reparto di Cardiologia dell’Umberto I per ottenere il piano sanitario, a svelarne i contorni.

“Ripassi il 28 luglio”

“Giungo verso le dieci e trovo – dice Di Lorenzo – un ambulatorio pieno di utenti in attesa. Leggo su una porta la dicitura “Piani terapeutici”, con una miriade di altre indicazioni, mi faccio avanti e spiego il problema. Ho una prescrizione di un reparto ospedaliero (la Chirurgia vascolare) che stabilisce un farmaco dal costo assai più modesto, per cura di lungo mantenimento, in luogo di un farmaco eccezionale che è servito a risolvere l’episodio acuto (oltre che fortemente rischioso). Una gentilissima infermiera mi fissa l’appuntamento, per la prescrizione del piano terapeutico, per le ore 14 del 28 Luglio 2025. Oggi è il 24 Giugno, San Giovanni. Il 28 Luglio mi raccomanderò ai Santi Nazario e Celso”.

I costi per il servizio sanitario

Di Lorenzo, nel suo racconto, spiega di avere protestato, ottenendo la risposta che ormai sanno tutti: manca personale. “Dovrò continuare, per altri 34 giorni, con la puntura di eparina, al costo unitario – dice Di Lorenzo – di 20,70 Euro, in luogo di due pillole al giorno, dal costo unitario di 1,75 Euro, per un totale di 3,50 Euro al giorno. Per me nulla cambierà, a parte il fastidio di bucarsi ogni giorno, pagherò sempre e solo il ticket, ma alla fine la mia terapia costerà al Servizio Sanitario Nazionale 703,80 Euro di Eparina, in luogo di 119 Euro di pillole, se mi fosse stato accordato subito il piano terapeutico.  Così come per le circa sessanta persone che, prima di me avevano prenotato presso il deputato ambulatorio. Una differenza di ben 584,80 Euro per le quali il sottoscritto peserà sui contribuenti. Altre differenze, ed altri disagi per gli altri pazienti”

Le condizioni della sanità

Lo stesso paziente svela le ragioni della decisione di rendere nota la sua vicenda. “Ho deciso di rendere pubblico un fatto privato perché si conoscano le condizioni di chi non sempre può operare come vorrebbe. Sono pienamente cosciente – per diretta esperienza personale – della validità del Reparto di Cardiologia, come per quello di Chirurgia vascolare. Li ho visti lavorare tra mille difficoltà, per amore del proprio ruolo e per rispetto dei malati, ma siano messi, una volta per tutte, in condizioni di operare correttamente”.