Cambia il panorama per le società in house degli enti locali. Aggiornamenti figli della recente modifica al testo unico che disciplina il meccanismo e il funzionamento di questi soggetti giuridici, fondamentali per il soddisfacimento di diversi interessi pubblici. Ma da ora in poi la musica dovrà cambiare. Di questo e molto altro si è parlato durante il convegno dal titolo “Le società in house providing – Le criticità del testo unico dal 2016 ad oggi”, organizzato dal centro studi amministrativi “Ignazio Scotto” presso i locali della Fondazione Sicilia, a Palermo. A moderare l’incontro il direttore di BlogSicilia Manlio Viola.

Società in housing: cosa cambia

Per società in housing si intendono dei soggetti giuridici che da una parte sono SpA o comunque società che stanno sul mercato, dall’altra hanno come socio un ente pubblico e in base a giurisprudenza consolidata il manager non ha l’autonomia del manager privato perchè deve perseguire l’obiettivo del pubblico interesse e del pubblico servizio da rendere non il profitto in senso stretto. Un modo sul quale sono intervenute le sopracitate modifiche al testo unico. Se cambia pochi per i soggetti attualmente esistenti, almeno in questa prima fase, non si può dire lo stesso per quelli che nasceranno. Per avere origine infatti, si dovrà verificare una condizione ben precisa, ovvero quello che l’avvocato Massimiliano Mangano, presidente del CISA Sicilia, ha definito ‘fallimento del mercato‘.

“La nuova normativa ha imposto regole più stringenti sulla possibilità di costituire nuove società in house da parte degli enti locali – sottolinea Mangano -. Questa possibilità sarà prevista solo nel caso di ‘fallimento del mercato’, ovvero un caso nel quale il mercato non consenta di individuare degli operatori che possano svolgere la stessa attività a condizione che, economicamente, siano più convenienti sia per seguire un interesse pubblico ma anche dal punto di vista economico-finanziario“. In pratica, un ente locale potrà creare una nuova società in housing solo se non ci saranno dei soggetti sul libero mercato che saranno in grado di sostenere quel servizio ad un determinato prezzo.

I settori interessati

Uno spettro che interesserà diversi settori. Fra questi, secondo Mangano, c’è a pieno titolo quello della gestione e dello smaltimento dei rifiuti. Un vero tallone d’Achille per la Sicilia, regione che soffre di una netta carenza di impianti. E, quei pochi ancora disponibili, vivono forti carenze strutturali. In questo elenco rientra l’impianto di Bellolampo, ancora in attesa del completamento della VII vasca. Fatto che, in caso di saturazione delle strutture ancora disponibile, creerebbe un vero paradosso a guardare la nuova normativa, ovvero la generazione di extracosti.

“Quello dei rifiuti è un tema al centro della prospettiva – evidenzia l’avvocato -. In tante realtà, più piccole del comune di Palermo, la gestione della raccolta è svolta dai privati che sanno come farli fruttare. Noi invece siamo costretti, in una città che ne produce una notevole quantità, o a realizzare nuove vasche a Bellolampo o a portare i rifiuti all’estero. Bisogna cercare di ricorrere al mercato in questo senso. Il passaggio dovrebbe essere questo: esternalizzare. In quel caso, si potrebbe migliorare la situazione”.

Il caso degli aeroporti

Fra le società in housing del Comune di Palermo c’è anche Gesap, ovvero la società Partecipata che controlla l’aeroporto Falcone-Borsellino. A dirigerla nel ruolo di amministratore delegato è Vito Riggio. L’ex presidente dell’Enac, presente all’incontro di Villa Zito, ha fatto un focus sul cambio di norme e dei relativi riflessi sulla gestione dell’azienda dello scalo palermitano. “Per quanto riguarda gli aeroporti, non cambia nulla – dichiara Riggio -. Secondo l’opinione più accreditata, gli aeroporti non sono soggetti al controllo analogo. Sono società industriali, anche se applicano una parte della disciplina delle SpA”.

Partecipate e libero mercato

Allargando il focus però, l’AD di Gesap ritiene che ci debba essere un cambio di prospettiva per gli enti locali. “Più in generale, credo ci sia necessità di rivedere i rapporti fra pubblico e privato a vantaggio del mercato. Ciò nonostante una tendenza continua all’espansione del pubblico. Un fenomeno che porta con se casi di inefficienza e corruzione, nonchè una diminuzione della necessità di invenzione tipica del mercato”. Parentesi poi sull’istituzione, decisa dal sindaco Roberto Lagalla, di un ufficio dedicato al controllo analogo delle società Partecipate. “Ho sentito ciò. Mi pare corretto. E’ giusto che il Comune dia indirizzi e controlli nei confronti delle sue ex aziende municipalizzate che, oggi, sono SpA. E, per questo, dovrebbero avere un rendimento tale da invitare i privati ad investirci. Come avviene a Brescia e Milano che non solo sono sul mercato e stanno benissimo, ma sono all’avanguardia a livello internazionale. Le nostre, invece, sono molto mal messe”.

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