Palermo ancora una volta si trasforma in un set cinematografico. Iniziate in città le riprese del film Spaccaossa diretto dal regista Vincenzo Pirrotta che, per l’occasione, è anche l’attore protagonista.

Tratto da una storia vera

Spaccaossa è un lungometraggio ispirato a una storia vera, accaduta negli anni scorsi nel capoluogo siciliano.

La sinossi

“In un vecchio magazzino, alla periferia del capoluogo siciliano un gruppo di persone frantuma con un trolley pieno di pesi da palestra braccia e gambe. Un’improvvisata organizzazione criminale che, dopo aver mutilato gli arti a vittime consenzienti, simula finti incidenti per riscuotere lauti indennizzi assicurativi di cui solo una minima parte va alle vittime. Una storia miserabile e disperata che avrà diversi sviluppi e colpi di scena…”.

Gli altri protagonisti sul set

Insieme a Vincenzo Pirrotta, protagonisti de lo Spaccaossa Selene Caramazza, Rory Quattrocchi, Ninni Bruschetta, Simona Malato, Luigi Lo Cascio, Maziar Firouzi, Filippo Luna.

Scritto da Vincenzo Pirrotta e Ignazio Rosato, direttore della fotografia Daniele Ciprì, scenografo Lino Fiorito, costumi di Luca Costigliolo. Il film prodotto da Attilio De Razza per Tramp Limited con Rai Cinema, sarà girato per 5 settimane a Palermo.

A Palermo anche la serie Tv sul generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

In città si sta girando anche una nuova serie televisiva della Rai che racconterà la storia di Carlo Alberto Dalla Chiesa, il generale dei carabinieri ucciso dalla mafia il 3 settembre 1982, insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro ed all’agente di scorta Domenico Russo, che seguiva la vettura del prefetto.

La fiction, che sarà composta da 8 episodi, è diretta da Lucio Pellegrini, prodotta da Stand by me, su incarico di Rai Fiction per conto di Raiuno. Ad interpretare il generale Dalla Chiesa è l’attore Sergio Castellitto, mentre la moglie ha il volto di Claudio Marchiori.

Carlo Alberto dalla Chiesa fu ucciso il 3 settembre 1982, alle 21.15. La A112 su cui viaggiava il prefetto, guidata dalla moglie, fu affiancata da una BMW, da cui partirono alcune raffiche di Kalashnikov AK-47. Ancje l’auto guidata dall’agente di scorta Domenica Russo fu affiancata da una motocicletta da cui partì un’altra raffica fatale che uccise il poliziotto, che morì 12 giorni dopo in ospedale.

Per i tre omicidi sono stati condannati all’ergastolo come mandanti i vertici di Cosa nostra, cioè i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci. Nel 2002, invece, sono stati condannati in primo grado, quali esecutori materiali dell’attentato, Vincenzo Galatolo e Antonino Madonia, entrambi all’ergastolo, Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci a 14 anni di reclusione ciascuno.

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