I giudici della corte d’appello di Palermo, presieduti da Adriana Piras, hanno condannato per le “spese pazze” all’Ars Salvo Pogliese, l’ex sindaco di Catania del Pdl, e Cataldo Fiorenza del gruppo misto. Assolti Giulia Adamo del Pdl, gruppo Misto e Udc, Rudi Maira Udc e Pid, e Livio Marrocco, Pdl e Futuro e Libertà. Alcuni capi di imputazione cadono nel merito, altri per prescrizione.

La partenza dell’inchiesta

L’inchiesta della Procura iniziò nel 2014. Più di ottanta, fra parlamentari regionali e impiegati dei gruppi parlamentari, finirono sotto inchiesta. Sotto processo solo i capigruppo in carica dal 2008 al 2012. Fra le spese contestate c’erano i soldi per comprare borse pregiate, gioielli, auto. E persino multe, fumetti e pandori come emerse dagli accertamenti dei finanzieri del nucleo tutela spesa pubblica del nucleo di polizia economico-finanziaria. Salvo Pogliese condannato 2 anni e 3 mesi (aveva avuto 4 anni e 3 mesi). Per l’ex sindaco di Catania alcune contestazioni non sono state commesse, altre non costituiscono un reato, altre ancora prescritte. Da qui la riduzione di pena. Era difeso dagli avvocati Franco Coppi, Francesco Bertorotta e Giampiero Torrisi. La legge Severino prevede l’incandidabilità in caso di pene superiori ai due anni.

Il quasi certo ricorso in Cassazione

L’attuale senatore di Fratelli d’Italia farà certamente ricorso in Cassazione. “Siamo parzialmente soddisfatti – dice l’avvocato Giampiero Torrisi, difensore di Salvo Pogliese -. La sentenza riconosce come legittime tutte le anticipazioni delle spese, ritenendo invece non avesse diritto all’indennità da 500 euro al mese come capogruppo. La Corte d’appello ha anche tolto la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici. Presenteremo ricorso in Cassazione dopo il deposito delle motivazioni della sentenza”.

Un solo assolto nel merito

Cataldo Fiorenza condannato a 2 anni e 2 mesi contro i 3 anni e 8 mesi del primo grado. Contestate le spese effettuate in supermercati e in farmacia, ma anche per comprare un barbecue. Assolta Giulia Adamo, sia nel merito e anche per le prescrizioni che azzerano i 3 anni e 6 mesi del primo grado. E’ difesa dall’avvocato Luigi Cassata. Rudi Maira Udc e Pid è stato assolto da alcuni capi di imputazione mentre per una spesa di 2.000 euro è intervenuta la prescrizione. Era stato condannato a 4 anni e 6 mesi. E’ difeso dall’avvocato Oriana Limuti.

Livio Marrocco, Pdl e Futuro e libertà, è l’unico imputato totalmente assolto nel merito. Gli erano stati inflitti 3 anni. E’ difeso dagli avvocati David Castagnetta e Giovanni Di Benedetto. “È finito un incubo – commenta attraverso i social (nella foto) -. Dieci anni di sacrifici, di sofferenze. Una vittoria che dedico alla mia famiglia. Ai miei amici di sempre. Quelli che hanno sempre creduto in me”.

Maira “Cancellata quella lettera scarlatta”

“Finalmente una sentenza che entra nel merito e cancella quella lettera scarlatta che mi sono portato addosso quando ipocritamente si è parlato di “spese pazze” nei gruppi parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana. Ero certo dell’esito favorevole nel giudizio di Appello poiché come giurista, prima ancora che come uomo politico, sapevo di avere agito secondo il principio di legalità sancito in Costituzione ed in linea con le norme vigenti durante i miei mandati. Avendo letto il dispositivo della sentenza voglio precisare che l’assoluzione è stata pronunciata perché il fatto non sussiste, e che solo per un importo di due mila euro, che non sono riuscito a ricostruire come spesa, è stata dichiarata la prescrizione”  afferma Rudy Maira, ex deputato all’Assemblea regionale siciliana.

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