I comuni siciliani con sempre meno sportelli bancari a disposizione. Il governo regionale e i sindacati di categoria parlano di grave situazione e lanciano un appello alla mobilitazione della politica e di tutti gli attori sociali per frenare questa lunga scia di chiusure. La conseguenza è che molti comuni restino senza servizi, con gravi disagi per la popolazione. Il governatore siciliano, Nello Musumeci, ha anticipato che si rivolgerà all’Abi, affinché la strategia di pianificazione territoriale delle banche in Sicilia venga applicata con la necessaria gradualità, tenendo conto delle esigenze di tutte le fasce anagrafiche e sociali.

Musumeci: “Tanti disagi”

“La chiusura di sportelli bancari in molti Comuni siciliani, 150 secondo quanto rilevano gli ultimi dati pubblicati, – ha detto il presidente della Regione, Nello Musumeci – è un segnale grave che merita un’attenzione particolare per le conseguenze e i disagi che inevitabilmente si ripercuotono sulla popolazione, specie tra le persone più anziane e fragili che per le loro operazioni hanno storicamente come riferimento lo sportello bancario. Apprezzo e condivido la posizione espressa dalla Fabi Sicilia che ha lanciato l’allarme. Serve una mobilitazione politica e sociale corale per evitare che grossi istituti di credito spariscano dai territori per fare spazio ai sistemi di gestione del credito a livello digitale, penalizzando così quei cittadini che non hanno alcuna familiarità con strumenti multimediali”.

Fabi: “Da anni fanno a gara per chiudere”

I dati pubblicati dalla Fabi, la federazione autonoma bancari italiani, e da alcuni quotidiani danno la contezza di ciò che è già accaduto nel mondo bancario. Oltre 3 mila Comuni sono già stati privati di sportelli bancari con tutte le conseguenze per la popolazione e in particolare per le persone anziane e per i più deboli. “In Sicilia da alcuni anni – sottolinea il segretario regionale della Fabi, Carmelo Raffa – le aziende di credito come Unicredit, Intesa San Paolo, Banco Bpm e Monte dei Paschi di Siena, hanno fatto quasi una gara per chiudere le proprie filiali nei piccoli centri. Ciò ha causato seri problemi con chi non ha dimestichezza con gli strumenti digitali e in particolare per coloro che vivono nel meridione e nella nostra isola. Occorre, a questo punto, che tutte le forze politiche e sociali si mobilitino per evitare il persistere di queste assurde logiche degli Istituti di Credito che penalizzano i cittadini e i nostri territori che si desertificano sempre più. Nei primi di settembre intraprenderemo sulla questione, come Fabi,  iniziative adeguate coinvolgendo tutte le forze politiche, istituzionali e sociali”.

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