Valorizzare le aree interne del Paese partendo dal sistema scuola per far crescere i territori, creando opportunità occupazionali legate alle specificità locali. È questa l’idea di sviluppo che parte dall’istruzione e che si rivolge alle aree interne del Paese viste come risorsa. Di questo si è parlato oggi agli “Stati generali dell’Istruzione – Strategia Nazionale Aree Interne – Madonie Aree Prototipale” che si sono tenuti a Petralia Sottana, in provincia di Palermo.
“La Buona Scuola ha dato un contributo fondamentale per intervenire in situazioni di criticità del nostro sistema d’istruzione – ha detto il Sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone – e per trasformarle in occasioni di riscatto e crescita del Paese. Le aree interne, che coprono circa il 30, 6% del territorio nazionale, sono sempre più spopolate e vedono le nuove generazioni emigrare in centri con più servizi. Grazie alla legge 107 possiamo dare autonomia agli istituti per far sì che creino i loro progetti formativi in linea con l’identità dei territori. Questo vuol dire non disperdere un patrimonio culturale ma innovarlo. Vuol dire diversificare l’offerta e costruire occupazione evitando la desertificazione. Vuol dire fare rinascere l’economia di una zona a partire dalle sue migliori risorse, professionali e naturali. È una sfida che dobbiamo raccogliere”.
“Finora – ha spiegato Faraone – abbiamo avuto un unico modello educativo che veniva applicato più o meno in maniera uniforme in tutto il Paese, dal capoluogo di provincia alla cittadina di montagna. Con la legge 107, invece, le scuole possono finalmente progettare il proprio Piano dell’offerta formativa in coerenza con le esigenze e le peculiarità dei territori e organizzarsi in rete, lavorando sinergicamente ed evitando un’inutile e dannosa frammentazione. Senza contare i vantaggi dell’introduzione in queste aree dell’alternanza scuola-lavoro, grazie alla quale i giovani potranno sperimentare in maniera innovativa l’enorme patrimonio paesaggistico, culturale, ambientale della zona in cui vivono, declinandolo in termini di occupazione nuova e creativa. Dobbiamo far crescere in queste aree la cultura dell’innovazione: ampliare l’offerta formativa terziaria, per combattere la dispersione e intercettare le richieste dei giovani e del territorio, promuovere la creazione di fablab e startup. Spingere affinché si faccia ricerca in maniera mirata che possa avere nel tempo ricadute sul territorio”.
“Solo così potremo ridare vita a queste aree, far crescere il concetto di cittadinanza attiva e addirittura farne punti strategici per la ripresa del Paese. Questo governo – ha aggiunto – ha destinato alla Strategia nazionale aree interne 680 milioni di euro tra risorse nazionali e regionali ma la scuola è un primo tassello fondamentale di quest’azione riformatrice. E anche in questo caso ci sono gli strumenti, ci sono le risorse, ci sono i margini di autonomia per poter intervenire su un patrimonio culturale che deve essere meglio valorizzato e sfruttato in positivo. Sono sicuro – ha concluso – che avremo il coraggio e la determinazione per vincere anche questa partita”.
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