“Governo Musumeci sempre più irresponsabile e inconcludente: con i suoi ritardi mette a rischio il pagamento degli stipendi dei regionali e poi pretende di scaricare la colpa sul Parlamento”.

Lo affermano i deputati del M5S all’Ars dopo che l’esecutivo regionale ha palesato la volontà di dimezzare i tempi di esame della variazioni di Bilancio, aggrappandosi alla necessità di arrivare all’approvazione prima della chiusura della cassa regionale.

E’ un vero e proprio finimondo quello che è scoppiato ieri sera all’Ars dopo che, per l’ennesima volta, è mandato il numero legale costringendo il Presidente a rinviare la seduta ad oggi.

“Siamo alla follia – affermano i deputati pentastellati – prima il governo dorme e poi pretende che qui si proceda al galoppo, dimezzando i tempi di esame delle carte e calpestando in maniera vergognosa il regolamento, cosa che non intendiamo e non possiamo accettare”.

“Il presidente Musumeci non chieda agli altri di dimostrare ‘senso di responsabilità’ quando proprio lui dimostra di non averne: fingere di non vedere la crisi che attraversa la sua maggioranza rischia di rallentare ancora di più l’attività dell’Ars che è ormai vicina alla paralisi. L’ennesimo rinvio d’aula per mancanza del numero legale che ha bloccato il voto al ddl riguardante i debiti fuori bilancio, mostra chiaramente come la coalizione di governo sia ormai in frantumi” dice, invece, Giuseppe Lupo, capogruppo del PD all’Ars.

“Per quel che ci riguarda – aggiunge – il PD dimostra, e continuerà a dimostrare il proprio senso di responsabilità nel portare avanti una ferma opposizione ad un governo inadeguato ed inefficiente. Noi facciamo la nostra parte, ci sono nostri disegni di legge già pronti per potere essere esaminati: si inizi a lavorare su quelli, se governo e maggioranza non sono in grado di presentare loro proposte”.

Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, al termine della lunga seduta d’Aula, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha ricordato che “il governo ha inviato la legge di variazione di bilancio tardivamente a causa dell’intoppo con la Corte dei Conti”.

Il presidente ha sottolineato che “la legge prevede che “le variazioni” debbano essere approvate entro il 30 novembre, ma essendo i tempi troppo stretti ho chiesto alle opposizioni di essere collaborative, cercando di comprimere il dibattito nelle commissioni”.

“Ho stigmatizzato l’atteggiamento del governo – ha aggiunto il presidente – ma non ho deciso alcunché, se non dopo aver sottoposto il problema alla conferenza dei capigruppo, cercando di trovare una soluzione condivisa da tutti. Sia il Pd che i 5 Stelle, in conferenza dei capigruppo hanno votato contro la mia proposta ma senza clamore, cosa che invece hanno fatto in aula”.

“In ogni caso – ha continuato Miccichè – il mio atteggiamento è stato lineare. Se si fosse trattato di un ddl qualsiasi non avrei certamente forzato i tempi regolamentari. Trattandosi, però, delle variazioni di bilancio, cioè norme che permettono di stanziare le risorse necessarie per gli stipendi di 4 mila persone – che non possono essere lasciate senza soldi sotto Natale – sono sicuro di avere adottato, in conferenza di capigruppo, la migliore soluzione, nonostante l’opposizione abbia votato contro”.

“Tra l’altro – ha concluso – nel testo del governo c’erano due norme che ho stralciato perché prevedevano nuove spese. Continuo a ritenere il mio comportamento corretto, equilibrato e lineare, affinché l’Assemblea possa andare avanti e consentire ai Pip, ai dipendenti della Resais e a quelli delle riserve naturali di ricevere gli stipendi”.

In difesa arriva Eleonora Lo Curto, capogruppo dell’Udc  “Trovo strumentali gli attacchi al governo Musumeci sulle variazioni di bilancio approdate oggi in Aula. E’ fin troppo ovvio che l’esame del ddl potesse avvenire solo dopo l’approvazione del rendiconto. Fuori da questo parlamento c’è una platea di lavoratori che attende solo il rifinanziamento di capitoli di spesa ex lege che garantiscono lo stipendio e il sostegno al reddito di migliaia di
famiglie. Ho preso la parola a Sala d’Ercole per ribadire che un parlamentare deve mettere al bando la polemica politica quando si tratta di temi che riguardano i lavoratori e il riconoscimento di quanto loro dovuto. Dal podio oggi, tramite me, parlavano i Pip, i forestali, i precari che attendono il varo della legge con le variazioni di bilancio. Sono orgogliosa della determinazione assunta dal presidente dell’Ars Miccichè che ha inteso comprimere i tempi
regolamentare al fine di garantire gli stipendi di quattromila famiglie. Piuttosto che criticarlo, le opposizioni collaborino senza pregiudizi e tatticismi”.