Tutto fermo sul fronte del mini rimpasto alla Regione siciliana. Forza Italia è pronta a sostituire due delle sue pedine. Il coordinatore regionale azzurro Gianfranco Miccichè da tempo ha abbandonato l’ipotesi di un vero e proprio rimpasto rendendosi conto che  la situazione politica non lo permette e allora, dovendo dare spazio ai territori rimasti fuori dalla giunta, ha deciso di sostituire due persone anche se a malincuore.

E per questo sembrava fosse pronto a dare a Musumeci i quattro nomi: due in uscita e due in entrata. L’intesa prevedeva che Forza Italia sostituisse il siracusano Edy Bandiera, attuale assessore alle risorse agricole ed alimentari, e la messinese Bernadette Grasso, attualeassessore alla Funzione Pubblica e alle Autpnomie Locali.

I nomi per ricoprire gli incarichi si fanno da tempo e sono il trapanese ex parlamentare Tony Scilla e l’agrigentino Riccardo Gallo.

Ma Musumeci aveva chiesto di avere sul tavolo non una lista bloccata ma un elenco di uomini o donne di Forza Italia per i due incarichi dal quale scegliere. Su Scilla, infatti, sembra non ci sia il gradimento del governatore. Su Gallo, invece, si registrano tensioni interne a Forza Italia con vecchi e nuovi attori dell’agrigentino che hanno fatto girare anche i nomi della nuova arrivata Margherita La Rocca Ruvolo e di Vincenzo Giambrone.

Per entrambi i ruoli potrebbero arrivare nomi a sorpresa come Stefano Pellegrino per l’agricoltura e Michele Mancuso per il personale ma su quest’ultima ipotesi si creerebbe un contenzioso territoriale in casa azzurra. E per questo c’era stato un rinvio di una settimana.  Poi l’influenza del governatore ha fatto slittare tutto ulteriormente dando il tempo agli endorsement.

Per primo è stato il distretto del Sud Est a chiedere di non toccare Bandiera: 400 imprenditori del settore agricolo. Ieri invece è toccato a 83 sindaci della Sicilia centrale, dei Nebrodi.della fascia Jonica e Tirrenica e di tutti i colori politici scrivere una lettera chiedendo di non cambiare Bernadette Grasso.

E adesso il ricambio si complica quando a fine mandato mancano ormai meno di due anni e il giro di boa è stato superato da un po’ e il ricambio appare un po’ menocerto diquanto non sembrsse una sola settimana fa quando era dato per cosa fatta entro Natale.

Intanto il governo ha a che fare con altri guai. Come se non bastasse il Covid19 arrivano anche quelli legati al bilancio che non si può approvare. Musumeci ha decisamente altro a cui pensare

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