Divieto di lasciare il comune in cui ci si trova. L’ordinanza d’urgenza adottata congiuntamente dal ministro della Salute Roberto Speranza e dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese in attesa che arrivi il decreto annunciato ieri sera dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sortisce subito i suoi effetti.
L’ordinanza dispone il divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in un Comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute.
L’ordinanza resta efficace fino all’entrata in vigore di un nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di cui all’articolo 3 del decreto legge numero 6/2020. Lo scopo dell’ordinanza è ovviamente quella di prevenire la diffusione del coronavirus e fermare il terzo esodo verso Sud partito proprio dopo l’ennesimo annuncio di misure più restrittive non seguito da un decreto o da una ordinanza.
Qualcuno ha anche pianto alla stazione Centrale di Milano quando si è visto respingere alla partenza dei treni diretti a Salerno e Napoli (da dove poi molti avrebbero proseguito per andre più a Sud) perché non ha passato i controlli diventati più stringenti dopo le recenti direttive che limitano gli spostamenti. I passeggeri, non molti alle partenze, sono stati sottoposti a rigorose e approfondite verifiche dell’autocertificazione e dei documenti e anche a quelli della temperatura corporea. Una decina, complessivamente, quelli che non avevano i requisiti.
Numerosi i passeggeri giunti con un’autocertificazione incompleta che hanno dovuto integrarla dopo i suggerimenti dei poliziotti. Alcuni non ce l’hanno fatta oppure non avevano proprio ragioni comprovate per spostarsi . Al di là dello sconforto e qualche pianto, hanno ripreso le loro valige e sono tornati a casa, salvo un giovane campano che ha cominciato una discussione molto animata con gli agenti causando anche momenti di tensione.
Da domani lunedì, inoltre, due pattuglie dell’esercito coinvolte nell’operazione ‘Strade sicure’, saranno impiegate a Messina in supporto alle Forze dell’ordine, nei principali punti nevralgici di snodo cittadini, per i controlli degli spostamenti dei cittadini per cercare di contenere la diffusione del coronavirus. Lo comunica la Prefettura dopo una riunione del Comitato Provinciale per l’ordine e la Sicurezza Pubblica. Una misura già annunciata da qualche giorno ma partita molto sottotono.
Intanto dalla regione l’assessore per la salute Ruggero Razza conferma che i due focolai di contagio di Messina scoppiati al Centro neurolesi e in casa di riposo sono frutto proprio di comportamenti sbagliati. Persone rientrate da nord sono entrate in contatto con pazienti e da qui è partito il contagio che solo oggi e sono in quella provincia ha fatto registrare 42 casi
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