Allarme delle scuole paritarie religiose della Congregazione Francescane Missionarie (F.m.- Cim) per gli effetti dell’emergenza sanitaria da coronavirus. “Se non interverranno novità nel decreto Rilancio, a rischio la sopravvivenza del 30% delle scuole paritarie italiane e 300mila alunni si riverseranno alla scuola statale già al collasso”. A lanciare l’appello, anche al governo Musumeci, suor Loretta, responsabile per il Sud Italia degli istituti religiosi della F.m.

“Tutti i nostri alunni, a partire dalla Sicilia, si uniscono alla mobilitazione delle presidenze nazionali dell’Usmi (Unione Superiore maggiori d’Italia) e della Cism (Conferenza italiana Superiori Maggiori) per rilanciare la forte preoccupazione della Cei della grave situazione economica in cui versano le scuole paritarie cattoliche”.

Le organizzazioni hanno indetto due giornate di flashmob senza lezioni sull’hashtag #Noisiamoinvisibiliperquestogoverno. Una protesta di “rumore silenzioso”, che si concluderà stasera 20 maggio, per lanciare appelli alla classe politica perché non condanni all’eutanasia il pluralismo culturale di un Paese che beneficia anche del prezioso lavoro di 180mila dipendenti di 12mila istituti cattolici per 900mila alunni, riconoscendo lo stesso diritto di aiuti delle scuole statali anche alle paritarie.

Da ieri, l’hashtag è esposto anche sui siti di tutte le scuole F.m. impegnate, al posto delle lezioni, a diffondere nelle pagine delle scuole e social, attraverso video, dirette Fb e altri contribuiti, i temi della libertà di scelta educativa, del diritto di apprendere senza discriminazione, della parità scolastica tra pubblica statale e pubblica paritaria, della libera scuola in un libero stato.

Nel mirino dell’Usmi e Cism il decreto Rilancio che prevede finanziamenti per 1 miliardo e mezzo per la sanificazione e la messa in sicurezza degli edifici scolastici esclusivamente statali. “Unica concessione come rilevano Usmi e Cism – gli 80 milioni previsti per le scuole materne paritarie, a parziale copertura delle rette che le famiglie, travolte dalla crisi, non sono più in grado di pagare”.