Via libera dall’Ars alla legge a firma del M5S che restituisce alla commissione Affari istituzionali il ruolo di controllo sulle nomine. La legge approvata a sala d’Ercole disinnesca un vero e proprio “trucchetto” che, facendo leva su un discutibile parere dell’ufficio legislativo e legale della Regione, consentiva di equiparare i dipendenti degli uffici di gabinetto al personale interno, evitando il parere della Prima commissione di Palazzo dei Normanni.
“È risaputo – spiega la deputata Gianina Ciancio – che le nomine di soggetti esterni all’amministrazione debbano passare dal parere della Prima commissione dell’Ars, corredate da tutta la documentazione che ne attesti la regolarità e l’assenza di motivi di inconferibilità e incompatibilità. Fino ad oggi, però, bastava assumere i propri ‘prediletti’ all’interno dei gabinetti, prima di nominarli, anche per pochissimo tempo, per evitare il voto della Prima commissione”.
“È importante dire – aggiunge Salvatore Siragusa – che la legge in vigore non dice nulla al riguardo e, anzi, fa una netta distinzione tra interni ed esterni, senza eccezioni. Abbiamo voluto specificare meglio quello che per noi è il concetto di interno, ovvero personale in servizio purché ‘a tempo indeterminato’. Questo al fine di sgomberare il campo da interpretazioni forzate e fantasiose che hanno permesso a tutti i governi, di vari colori politici, di nominare chi ha come unico merito quello di essere vicino all’esecutivo di turno, senza fastidiose bocciature politiche”.
Altro provvedimento importante previsto dalla legge approvata oggi è l’innalzamento delle competenze nei casi di nomina di commissari straordinari negli enti regionali.
“Abbiamo previsto – dice Ciancio – che in questi casi, i requisiti di merito non possano essere inferiori a quelli previsti per la nomina degli organi titolari. Questo vuol dire che se per la nomina a presidente di un ente sono previsti determinati titoli e competenze, i relativi commissari dovranno avere le medesime caratteristiche”.
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