Stop ai concorsi indetti nelle nove ex Province, ovvero i 6 Liberi consorzi e le tre città metropolitane di Palermo, Messina e Catania. Almeno questa è l’idea che circola all’Ars punta a fermare tutto in vista delle elezioni provinciali di secondo livello che si terranno il 27 aprile.

L’ordine del giorno

Sospendere le procedure concorsuali avviate dai commissari straordinari dei Liberi consorzi e delle Città metropolitane in attesa che arrivino i nuovi vertici degli enti di area vasta è infatti, l’obiettivo dichiarato di un Ordine del giorno presentato da numerosi deputati di maggioranza e di opposizione all’Ars e rivolto al presidente della Regione Renato Schifani. Il documento è stato poi votato all’unanimità da Sala d’Ercole. Si punta a fermare le procedure negli enti che andranno alle elezioni di secondo grado nel mese di aprile per lasciare la possibilità a chi sarà eletto, quando si insedierà, di decidere come procedere rispetto a questi atti.

Anomalie in alcune province

“Una iniziativa che nasce dalle anomalie che si sono registrate in alcune province – spiega il deputato ragusano del Partito democratico Nello Dipasquale -. La decisione più corretta e di buonsenso è quella di lasciare che siano i futuri organismi, che presto si insedieranno alla guida delle ex Province, a decidere quali siano le esigenze degli enti che vanno ad amministrare e, di conseguenza, come comportarsi rispetto a queste procedure. Una scelta – conclude Dipasquale – che garantisce la massima trasparenza e la regolarità della competizione elettorale”.

Il riferimento è al concorso bandito in provincia di Ragusa dove le polemiche si incentrano sulla vicenda del direttore generale che avrebbe proposto di bandire un concorso per assumere un dirigente per poi partecipare a quel concorso come unico concorrente dopo che gli altri sette sono stati tutti esclusi. Una polemica in corso in quella provincia e rispetto alla quale l’interessato nega tutto e minaccia querele

L’impegno bipartisan

L’impegno è bipartisan ma non tiene in debito conto le differenze fra Liberi Consorzi e Città metropolitane. Mentre nei primi 6 si andranno ad eleggere presidenti e consigli, nelle tre città metropolitane si eleggeranno solo mi Consigli mentre i presidenti resteranno in carica trattandosi dei sindaci dei capoluoghi ai quali il ruolo è attribuito dalla stessa legge che dispone le elezioni di secondo livello. Un vulnus che rischia di bloccare procedure concorsuali senza un ragionevole motivo